Sulla plastica “ricordo che in Emilia-Romagna il futuro piano regionale ‘plastic free’ lo stiamo condividendo anche con le imprese del settore, studiando meccanismi di compensazione e incentivi che non danneggino il comparto, per una svolta ecologica assolutamente necessaria, ma che non deve colpire imprese e lavoro. La stessa logica di gioco di squadra dovrebbe essere adottata a livello nazionale: per questo ho interessato il Governo, affinché le misure a cui sta pensando non danneggino un settore così importante in Emilia Romagna. Anche i parlamentari regionali del centrosinistra mi hanno assicurato di voler modificare tali misure”.
Il governatore e candidato del Partito denmocratico alla Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha detto più o meno le stesse cose di Matteo Renzi ma nessuna voce si è alzata a contraddirlo.
I dati sono indiscutibili: l’Emilia è il principale distretto dell’imballaggio in Italia. Una tassa sulla plastica colpisce direttamente, e pesantemente, proprio l’Emilia a pochi giorni dalle elezioni. Se c’era qualche residua speranza di vincere il prossimo 26 Gennaio, dice Bonaccini, un tassa sulla plastica o la questione auto aziendali la spegne immediatamente. “La questione auto aziendali, gestita come peggio si potesse e qui dove cresciamo più di tutti e con la disoccupazione al 5%, rischia di farci pagare prezzo alto. Sono bombardato dai nostri elettori non dagli altri. Anche tassa sulla plastica se non mette alcuni correttivi ed incentivi la paghiamo qui, non altrove”. È quanto ha scritto Bonaccini, in una lettera inviata agli eletti dem in Emilia Romagna. “Non condivido il provvedimento sulle auto aziendali per come è stato impostato e sono sicuro, come mi hanno garantito il ministro Gualtieri e Misiani, oltre allo stesso Zingaretti, che verrà decisamente modificato o addirittura cancellato”, ha continuato il candidato dem che indica al governo anche una via d’uscita. Sulla plastica, scrive Bonaccini: “in Emilia Romagna il futuro piano regionale ‘plastic free’ lo stiamo condividendo anche con le imprese del settore, studiando meccanismi di compensazione e incentivi, che non danneggino il comparto, per una svolta ecologica assolutamente necessaria, ma che non deve colpire imprese e lavoro”.
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