Perché difendo Mescolini

Marco Mescolini Aemilia

Quante anime belle si sono levate in volo scandalizzate per i colloqui registrati tra l’ex presidente dell’Anm Palamara e l’attuale procuratore della Repubblica di Reggio Mescolini.

Da destra a sinistra s’è udito il grido stupefatto, anzi sconcertato, di esponenti politici evidentemente reduci da un prolungato letargo. La nomina di Mescolini è stata sponsorizzata da Palamara? E allora crucifige.

Ma in questi decenni costoro non si sono accorti del modo in cui vengono nominati dal Csm i procuratori e di come funziona il Csm, diviso in correnti politiche contrapposte ideologicamente ma sempre pronte a individuare punti d’intesa quando si tratti di spartirsi le nomine? Quante volte mi é capitato di parlarne con due famosi membri laici del Csm, l’on. Dino Felisetti e l’avv. Tina Tinelli.

Quando mai i partiti di coloro che si sono alterati per il modo in cui Mescolini è stato nominato hanno sollecitato una vera riforma della giustizia con separazione netta tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, come avviene in tutta Europa, e conseguente sdoppiamento del Csm?

Quanti esponenti delle forze politiche che gridano allo scandalo hanno sottoscritto proposte di legge per l’abolizione dell’elezione dei membri togati del Csm su liste di correnti politiche, sostituendole col sorteggio?

È troppo comodo mettere sotto processo un magistrato che ha solo accettato quello che hanno accettato quasi tutti. E i Cinque Stelle, che si agitano a Reggio, perché non sollecitano il loro ministro Bonafede a presentare una legge che rivoluzioni il sistema giudiziario italiano, oggi in larga parte ferito e gravemente compromesso da rivelazioni che risultano tali solo per chi ha finora messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi?

Solo socialisti e radicali da decenni si battono per riformare in profondità il sistema, col referendum del 1987, con le proposte di legge della Rosa nel Pugno del 2007, con le due proposte di legge – sulla separazione delle carriere e sul sorteggio come metodo per scardinare la logica delle correnti nell’elezione della quota togata del Csm – presentate il mese scorso al Senato da Riccardo Nencini.

Se si vogliono evitare lacrime di coccodrillo, si approvino e presto queste leggi. La verità è che l’ipocrisia di chi grida al lupo, preferendo tenerselo in giardino, continua a prevalere. E la deformazione del sistema giudiziario la si scopre solo quando fa comodo e ci si fa belli a sguainare la spada dei moralizzatori contro un procuratore nominato esattamente come gli altri.

Basta con le doppie verità e le commedie degli inganni di una politica che ha scelto da troppo tempo di essere subalterna alla magistratura, senza mai osare scalfirne il potere. Più che di Mescolini la responsabilità oggi è di Bonafede.

 

Mauro Del Bue