Opera, tra amore e morte al teatro Valli il Werther di Jules Massenet

Werther

Amore e morte: è il Werther di Jules Massenet, opera che andrà in scena venerdì 10 dicembre (ore 20.00) e domenica 12 dicembre (ore 15.30) al Teatro Municipale Valli in una coproduzione che mette insieme la Fondazione I Teatri di Reggio, Teatri di Opera Lombardia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Verdi di Pisa e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.

Ispirata al romanzo I dolori del giovane Werther di Goethe, l’opera narra la tragica vicenda amorosa fra il protagonista e Charlotte. Per un giuramento fatto alla madre sul letto di morte, la giovane decide di rinunciare a Werther in favore di Albert. La disperazione porterà il protagonista al suicidio, non prima di rivedere l’amata un’ultima volta. Dramma lirico romantico, dunque, che il regista Stefano Vizioli legge con una regia minimalista, ma precisa: “Con lo scenografo Emanuele Sinisi abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto da una mano nervosa – spiega – un foglio che talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono, macchiate da un inchiostro che scola, diventa lagrima o sangue, un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca”.

Massenet “ribalta ciò che per definizione è la scrittura d’opera”, spiega il direttore d’orchestra Francesco Pasqualetti, che dirige la Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti: “È come se l’orchestra dicesse o cantasse ciò che con la voce non è più permesso dire. Ciò che a voce non si può dire. È una melodia che viene da dentro, da sotto, da un luogo nascosto come una buca d’orchestra, nascosto come nell’anima”. Ed è proprio l’orchestra a ricordare come la destinazione finale del giovane Werther non sia il paradiso, ma la dannazione dell’inferno.

Tra gli interpreti principali: Francesco Demuro nel ruolo del protagonista, Veronica Simeoni, nel ruolo di Charlotte. Sul palco i solisti della Scuola Voci Bianche del Teatro Comunale di Modena a cui si aggiungerà, nella parte finale dell’opera, il Coro delle Voci bianche della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, progetto nato nel 2016 e ripreso recentemente dopo l’emergenza covid, a cui partecipano una trentina di ragazzi tra i 7 e i 18 anni.