Nuova uscita di Neuroscienze Anemos, un numero dedicato ai riti e ai rituali

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L’integrazione con le altre discipline in una rivista trimestrale: il nuovo numero sui riti.

La multidisciplinarietà come chiave per una migliore comprensione della complessità del mondo e le neuroscienze, indagate e proposte al pubblico nella vastità dei loro orizzonti, sono il connubio con cui la rivista trimestrale “Anemos” pubblica interventi di professionisti di ambiti diversi proponendo ogni numero una diversa tematica, o meglio, una diversa possibile sfaccettatura del sapere con cui aprire idealmente dialoghi – e curiosità – su argomenti della vita quotidiana.

L’ha ideata e la dirige, da più di dieci anni, Marco Ruini, neurologo e neurochirurgo che, oltre ai convegni scientifici e gli interventi derivati dalla sua lunga carriera, svolge con simile costanza attività divulgativa avvalendosi anche di altri linguaggi, in chiave non scientifica, come la scrittura e la pittura. Tra i numerosi libri di poesia e narrativa che ha pubblicato, il suo recente Con gli occhi e con la mente.

Contaminazioni tra scienza e arte (Consulta editrice, 2022) presenta una parte delle sue tele, dei vasi in terracotta, dei piatti e dei disegni in cui un mondo che sembra sospeso in una dimensione onirica rivela, con una cifra personalissima in cui dettaglio e grandi dimensioni creano certo sconcerto, l’aderenza a situazioni, riflessioni, conoscenze legate invece alla realtà nei suoi aspetti più complessi, o difficili da spiegare. Una sorta di percorso figurato ad accompagnare i testi, in una ideale passeggiata tra le ramificazioni delle neuroscienze, nella speranza di riuscire a “riaprire il dibattito, la partecipazione, far pensare in modo critico, a interessare anche quelle persone che non sarebbero coinvolte in discorsi specialistici difficili. Perché ciò che le Neuroscienze stanno scoprendo – scrive nella prefazione al suo libro/catalogo – interessa tutti, spiega i nostri comportamenti, la nostra storia, i nostri desideri e ci apre le porte a un futuro che rischia di essere incomprensibile. Perché il futuro è già arrivato e abbiamo tutti il diritto di conoscere e capire cosa ci sta capitando”.

Con simile attitudine, “Anemos” – che prende il nome dall’omonimo centro medico – conta con una redazione e un comitato scientifico composti da una trentina di specialisti che con i loro diversi punti di vista – dal mondo della psicologia, dell’antropologia, dell’arte, della letteratura, della filosofia, del diritto – compongono un variegato ambiente in cui è difficile non trovare qualche angolo di interesse personale e, sicuro, molti spunti di approfondimento. Laura Andrano, Mauro Bertani, Raffaele Bertolini, Vitaliano Biondi, Guiseppe Cupiello, Salvatore De Franco, Giorgio Chiessi, Pierre Achiary, Antonella Jacoli, Lorenzo Genitori, Enrico Ghidoni, Aurelio Giavatto, Giorgio Giorgi, Franco Insalaco, Luisa Motti, Laura Muscatello, Simonetta Muzzini, Antonio Nesci, Antonio Petrucci, Elisa Pellacani, Mattia Sedia, Ivana Soncini, Giovanni Malferrari, Bruno Zanotti tra i componenti del Conitato Scientifico che alternano, in maniera diversificata anche secondo i diversi temi proposti dalla rivista, la loro collaborazione alla rivista, anche se – come spiega il Direttore Scientifico, Marco Ruini – “la rivista rimane uno spazio aperto a collaborazioni e interventi che di volta in volta possano contribuire ad apportare una diversa voce al campo d’indagine affrontato”.
Dopo il numero dedicato alla musica in cui una sirena col suo canto sembra mettere in discussione fin dalla copertina – affidata alla matita di Elisa Pellacani – definizioni e modalità percettive, la nuova uscita propone un tema di per sé complesso e altrettanto vasto, quello dei riti e dei rituali.

Non si riprende l’idea di rito che nel secolo scorso faceva dell’antropologo lo scopritore di società “primitive” che riportava al proprio contesto culturale costumi e credenze esotiche – idea peraltro già da tempo ritenuta superata dalla ricerca antropologica – ma si osserva l’orizzonte quotidiano della vita umana in generale, con quei riti che fanno parte di ogni ambito del vivere sociale. Ci sono interventi per cercare di capire quali siano le parti del nostro cervello che sovraintendono ai riti, scoprendo che alcune, e non in pochi casi, svolgono una funzione multipla nel comportamento umano, fino a indagare forme di rito che riguardano alcune patologie psichiatriche (con scritti firmati da Enrico Ghidoni, da Marco Ruini, da Raffaele Bertolini). Il nucleo principale è di matrice antropologica, con un inedito racconto di esperienze vissute in prima persona in una spedizione tra popoli nella foresta (scritto da Pierre Achiary) e una serie di fotografie (tratte da serie fotografiche di Elisa Pellacani) che interpretano riti della quotidianità e del contemporaneo tra culture e città diverse. Non mancano poi, in una costellazione semantica ramificata e a tratti sorprendente, le incursioni nell’arte e nelle sue performance, nel linguaggio, nel sociale e nel giuridico (con gli scritti di Sara Uboldi, Antonella Jacoli, Giorgio Chiessi, Antonio Petrucci). Lasciando irrisolto, o forse solo rendendolo più presente, un interrogativo: che il rito non sia qualcosa di intrinseco alla natura umana. D’altronde “Anemos”, nelle intenzioni di chi l’ha fondata, non vuole dare delle risposte univoche né offrire delle delimitazioni di ricerca ma, anzi, rendere esplicito attraverso contributi documentati e rigorosi quanto sia ampio l’orizzonte investigativo in cui ogni disciplina serve per capire meglio le altre, rinnovando la curiosità dell’approfondimento e della ricerca.

La rivista, in distribuzione nelle biblioteche e a diffusione gratuita, si può ricevere, a richiesta, con spedizione postale al proprio domicilio: “La Clessidra”, la casa editrice che la pubblica, apre una campagna di abbonamento con cui si può anche contribuire al sostentamento della vita della rivista stessa (per informazioni: redazione@clessidraeditrice.it).