“Incapace di intendere e di volere”. È questa la strada intrapresa dalla difesa di Chiara Petrolini, la ragazza di 21 anni accusata di omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento di due neonati morti – i figli partoriti dalla giovane, a circa un anno di distanza l’uno dall’altro – sepolti nel giardino della casa di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.
Secondo una consulenza di parte di 120 pagine, firmata dai consulenti Giuseppe Cupello e Stefano Bramante e depositata dalla difesa prima dell’udienza preliminare, la ventunenne avrebbe ucciso e sotterrato i suoi due figli agendo “in uno stato di profonda alterazione psichica”, tale da escludere dunque, all’epoca dei fatti contestati dall’accusa, la capacità di intendere e di volere.
Ciononostante, al momento l’avvocato della ragazza non ha formalmente richiesto al giudice di disporre una perizia psichiatrica sulla giovane imputata, accusata di due omicidi premeditati di neonati e altrettante soppressioni di cadavere, reati che prevedono una pena che può arrivare fino all’ergastolo.
La Procura di Parma, che aveva già fatto esaminare Chiara Petrolini da propri consulenti in fase di indagine, era invece giunta a un esito diametralmente opposto, ritenendo la ragazza perfettamente in grado di intendere e di volere e il suo comportamento caratterizzato da particolare lucidità. Anche un secondo accertamento delegato al Racis dei carabinieri andrebbe in quest’ultima direzione.
La giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Parma Gabriella Orsi dovrà ora decidere se rinviare o meno a giudizio la ventunenne.







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