Nel primo trimestre dell’anno la produzione metalmeccanica reggiana è tornata a crescere: +14,3%

operaio lavoro metalmeccanica occupato

Il Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio, che rappresenta oltre 400 aziende per un totale di circa 27.000 addetti, ha aderito da tempo all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”, che prevede ogni tre mesi l’illustrazione del quadro congiunturale del settore.

La produzione metalmeccanica, dopo il crollo del 13,5% registrato nel 2020, ha fatto evidenziare un progressivo miglioramento che, iniziato a partire dai mesi estivi dello scorso anno, è proseguito anche nei primi mesi dell’anno in corso. Nel primo trimestre del 2021 i volumi di produzione sono cresciuti del 15,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e dello 0,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2020.

Questo miglioramento ha interessato tutte le attività dell’aggregato metalmeccanico con aumenti a doppia cifra, anche se è da sottolineare che i dati positivi rilevati si basano sul raffronto tra marzo 2021 e marzo 2020, che fu il primo mese di quel lockdown che determinò poi il più grande calo della produzione e del fatturato mai registrato nel settore metalmeccanico dal dopoguerra in avanti. Sui buoni risultati acquisiti ha influito, oltre al miglioramento della domanda interna, anche la ripresa del commercio mondiale, che ha comportato ricadute positive sull’interscambio commerciale italiano.

A livello locale l’indagine trimestrale sulle imprese reggiane del settore metalmeccanico ha confermato, nel periodo gennaio-marzo 2021, un’ulteriore ripresa dell’attività produttiva rispetto alle profonde flessioni causate nel 2020 dalla pandemia di nuovo coronavirus. Nel primo trimestre dell’anno la produzione è tornata a crescere (+14,3%), confermando l’avvio di un processo di ripresa che si dovrebbe consolidare nel corso del 2021.

Il portafoglio ordini ha delineato un quadro in miglioramento rispetto al trimestre precedente, trainando i livelli produttivi: gli ordinativi sono risultati in aumento nel 68% delle aziende, stabili per il 28% delle imprese, in calo solo nel 4% dei casi. Per quando riguarda il mercato interno, il fatturato è risultato in aumento, confermando una ripartenza anche della domanda interna.

Le aspettative degli imprenditori hanno evidenziato una crescita dei livelli di fiducia, confermando il percorso di miglioramento manifestato già a partire dalla seconda metà dello scorso anno, dopo i valori negativi record registrati dei primi sei mesi del 2020: il 56% delle imprese intervistate si attende un incremento della produzione, mentre il restante 44% prevede un mantenimento degli attuali livelli produttivi. A incidere positivamente sulle aspettative imprenditoriali sono sia l’accelerazione impressa al piano vaccinale da parte del nuovo governo sia la ripresa del commercio mondiale.

Sulla base delle opinioni espresse delle imprese, il miglioramento atteso potrà avere un impatto positivo anche sulle dinamiche occupazionali: il 28% delle imprese ritiene di dover incrementare gli organici, mentre il rimanente 72% prevede comunque il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

I prezzi dei metalli industriali, dopo una marcata flessione osservata durante il periodo del lockdown, a partire dal mese di maggio 2020 hanno cominciato a crescere e si sono posizionati su una traiettoria rialzista tuttora in corso. Alla crescita dei prezzi si è affiancata inoltre un‘enorme difficoltà di approvvigionamento che riguarda anche i semilavorati e che rende difficile l’attività produttiva delle imprese.

Una situazione che, unita all’incertezza sull’evoluzione futura di questa traiettoria, sta condizionando significativamente la produzione metalmeccanica, che è il principale settore utilizzatore di metalli industriali. I rincari delle materie prime, inoltre, stanno determinando un impatto significativo sui costi di produzione e sulla dinamica dei prezzi di vendita, con la conseguente contrazione dei margini di profitto.

Un secondo fattore di criticità è collegato alle difficoltà di approvvigionamento dei metalli e semilavorati in metallo a causa della loro scarsità sul mercato, con il rischio più che concreto in alcuni casi di una possibile interruzione dell’attività produttiva per la mancanza di materie prime e della componentistica.