Mozione su Ente Veneri a porte chiuse, FdI: “In Comune a Reggio totale opacità”

scuola materna Amalia Veneri Fogliano – FB

Non poteva certo passare senza conseguenze, almeno sul piano strettamente politico, la decisione del consiglio comunale di Reggio di discutere a porte chiuse – facendo uscire cittadini e telecamere dalla Sala del Tricolore e “oscurando” la consueta diretta streaming della seduta – la mozione di iniziativa popolare dal titolo “Per la nostra scuola. Per il ripristino della legalità, trasparenza e partecipazione nella gestione della Fondazione Ente Veneri”, poi bocciata dalla maggioranza (hanno votato contro Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, lista Marco Massari sindaco, Europa Verde-Possibile).

E infatti, puntualissima, è arrivata la protesta dei consiglieri di opposizione, che invece hanno votato compatti a favore della mozione. Per Dario De Lucia di Coalizione Civica “per non affrontare pubblicamente la situazione economica creata da un uomo di partito, Matteo Campanini (incarico fiduciario), alla Fondazione Ente Veneri, Pd e alleati decidono di oscurare la seduta. Il sistema difende i suoi uomini. La cosa brutta è che la mozione popolare chiedeva come primo punto proprio ‘trasparenza nell’attività dell’ente’. È ora di dire basta a questo sistema della porta chiusa, del malaffare dei pochi a discapito degli onesti”.

Ancora più duro l’attacco di Fratelli d’Italia: per il capogruppo Cristian Paglialonga “non aver fornito all’opposizione i documenti necessari per il confronto in aula sulla Fondazione Veneri, atti vecchi di anni e custoditi negli archivi del Comune, e poi secretare la discussione del consiglio, è la dimostrazione che il Comune di Reggio opera nella totale opacità, aggira la legge con la presunzione di essere intoccabile e disprezza l’interesse dei cittadini”. 

Paglialonga ha anche ricordato che Fratelli d’Italia aveva già richiesto la documentazione relativa alla nomina di Matteo Campanini a presidente della Fondazione Ente Veneri, atti “nella piena disponibilità del Comune” e ritenuti “indispensabili” per accertare se, come previsto dalla legge, il Comune si fosse munito dell’autorizzazione dell’ente di appartenenza, la Provincia di Reggio, prima di conferire l’incarico. Ma “quella documentazione non è mai stata trasmessa: non perché non esistesse, ma perché non si è voluto fornirla all’opposizione”, ha denunciato il capogruppo di FdI in Sala del Tricolore.

Documentazione che, invece, sarebbe stata visionata da un’agenzia di stampa. Stando a quanto riportato, emergerebbe un “elemento gravissimo” per Paglialonga:Campanini non avrebbe mai ottenuto l’autorizzazione dalla Provincia di Reggio né per l’incarico di presidente della Fondazione Veneri né per quello di presidente della Scuola Veneri srl. Ecco il cuore politico della questione: è questa la ragione per cui quei documenti non sono mai stati consegnati all’opposizione? Perché, se così fosse, la secretazione del consiglio e la negazione degli atti assumerebbero un significato chiarissimo: impedire che questa situazione di grave illegalità venisse alla luce. Fratelli d’Italia non accetterà mai che Reggio venga amministrata a porte chiuse: la trasparenza non è un optional, ma un dovere, e chi la teme ha qualcosa da nascondere”.

Anche per la consigliera comunale meloniana Letizia Davoli quanto accaduto durante la seduta del consiglio del 15 dicembre “è un atto grave, un autentico vulnus alla trasparenza e alla democrazia, che appare sempre più come una strategia studiata a tavolino per impedire all’opposizione di svolgere il proprio ruolo istituzionale e ai cittadini di conoscere la verità. Secretare la discussione del consiglio non è trasparenza: è un sistema tentacolare di potere che protegge sé stesso, facendosi beffe di quella legalità che, quando fa comodo, rivendica teatralmente sventolando la Costituzione a favore di telecamere, ma che calpesta scientemente quando serve per sopravvivere”.

Quanto accaduto, ha concluso Davoli, “rappresenta un precedente pericolosissimo che mette in discussione non solo il ruolo del consiglio comunale, ma anche i diritti delle opposizioni e il rispetto dei cittadini. Quando una maggioranza nega gli atti, oscura una mozione popolare e spegne la diretta streaming, non sta governando: sta nascondendo la verità”.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu