Modena Organ Festival, l’edizione 2019 al via in San Pietro

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È l’antico organo monumentale custodito nella chiesa abbaziale di San Pietro e “ritrovato” grazie all’intervento di restauro concluso da poco, uno dei principali protagonisti dell’edizione 2019 del “Modena organ festival” che prende il via martedì 8 ottobre, alle 21, nella chiesa di via San Pietro, con il concerto del giovanissimo talento americano Austin Philemon, organista, compositore e direttore d’orchestra, attivo a New York e al suo primo concerto in Italia. Nel concerto, gratuito come tutti quelli in rassegna, l’artista statunitense proporrà un programma che da Bach, attraverso l’Ottocento italiano, raggiunge pagine di musica contemporanea.

Giunta alla 17ª edizione, la rassegna di musica per organo, che coinvolge anche i Comuni di Sassuolo e Bomporto, proseguirà fino a dicembre con 14 appuntamenti nelle chiese modenesi ma anche nel Palazzo comunale e nell’inconsueta cornice dell’hangar Rosso Tiepido dove la giovane cembalista Giulia Ricci eseguirà le Variazioni Goldberg di Bach.

La manifestazione, inserita nel programma di “ArmoniosaMente”, è organizzata dall’associazione “Amici dell’organo J. S. Bach” per la direzione artistica di Stefano Pellini, col patrocinio del Comune di Modena, il sostegno di Fondazione Cassa di risparmio di Modena, Lapam, Bper, e con la collaborazione di Cantieri d’Arte, Unicef e Rosso Tiepido.

Dopo l’apertura con il concerto di Austin Philemon la rassegna proporrà interpreti di fama internazionale, come Alessio Corti, docente a Ginevra, che regalerà in San Pietro un recital dedicato a Bach e Mendelssohn e l’olandese Stephan van de Wijgert, che a Sassuolo proporrà pagine di Bach e Mozart. Accanto ai molti concerti, alcuni in luoghi particolarmente suggestivi come la sala di Rappresentanza del Comune (30 novembre), la Cappella e il Teatro del Collegio San Carlo (20 e 27 novembre), il Festival propone passeggiate alla scoperta della città e un “concerto-passeggiata” nelle chiese di Nonantola (Pieve e Abbazia; 20 ottobre).

Tra i protagonisti della rassegna c’è, appunto, il bellissimo organo monumentale dell’abbazia di San Pietro che fu costruito nel 1524 dal bresciano Giovanni Battista Facchetti. Lo strumento, se pure completamente ricostruito nella sua parte musicale nel 1960, rimane uno dei più antichi d’Italia. Danneggiato dal sisma del 2012 è stato restaurato con un intervento, finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio, 8 per mille alla Chiesa cattolica, parrocchia e donatori anonimi e terminato lo scorso giugno, che ha interessato anche la cantoria affrescata e lo ha restituito all’antico splendore sia dal punto di vista artistico che musicale.