Migliori università d’Italia, l’Ateneo di Bologna sempre al top

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Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) nelle prime due posizioni si confermano università di Bologna, prima con un punteggio complessivo pari a 91,8, inseguita dall’Università di Padova (88,7). Sono i risultati dell’annuale classifica degli atenei italiani del Censis.

Il Censis, basandosi sui dati pre-Covid, ha misurato gli atenei italiani in base a 6 parametri: i servizi (alloggi e mense), le borse di studio, le strutture (aule, biblioteche, laboratori), la comunicazione e i servizi digitali, i laureati occupati dopo un anno, l’internazionalizzazione.

Sono 8, invece, le categorie definite per individuare le migliori università: mega atenei statali (oltre 40 mila iscritti), grandi atenei statali (da 20 mila a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 mila a 20 mila iscritti), piccoli atenei statali (fino a 10 mila iscritti), politecnici, grandi atenei non statali (oltre 10 mila iscritti), medi atenei non statali (da 5 mila a 10 mila iscritti), piccoli atenei non statali (fino a 5 mila iscritti).

Nei mega atenei seguono, scambiandosi le posizioni della precedente annualità, La Sapienza di Roma, che con un punteggio di 85,5 sale dal quarto al terzo posto, e l’Università di Firenze, che retrocede dal terzo al quarto, riportando il valore complessivo di 85,0. Stabile in quinta posizione l’Università di Pisa, con 84,8 punti, cui segue Università di Torino, che si riprende una posizione in graduatoria (82,8). Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II (73,5), preceduta dall’Università di Bari in penultima posizione (79,5).

Nella classifica dei grandi atenei statali, Parma è terza, dove eccelle di gran lunga sulle altre per quanto riguarda la voce “strutture”. Male nei servizi.

La temuta contrazione delle iscrizioni a causa della pandemia nell’anno accademico 2020-2021, sottolinea il Censis, non c’è stata, anche grazie alle misure eccezionali di sostegno del diritto allo studio approvate. Al contrario, la crescita del 4,4% degli immatricolati consolida l’andamento positivo che si ripete ormai da sette anni. Calcolato sulla popolazione diciannovenne, il tasso di immatricolazione ha raggiunto quota 56,8%.
Nel 2020, a fronte di un tasso di immatricolazione maschile pari a 48,5%, quello femminile è stato del 65,7%. Per le femmine si è registrato un incremento annuo del 5,3% rispetto al +3,3% dei maschi immatricolati. Con il 77,7% di studentesse immatricolate, l’area disciplinare Artistica-Letteraria-Insegnamento è quella con il tasso di femminilizzazione più elevato. All’opposto, nell’area Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) l’universo femminile è rappresentato da una quota che, pur crescendo di anno in anno, resta ancora minoritaria (il 39,4%)

Migliori università italiane: classifica grandi atenei statali
#1 – Perugia (92,7)
#2 – Pavia (90,3)
#3 – Parma (90,0)