Gazzè e il live sul Cusna: polemiche

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“Apprendiamo sgomenti dagli organi di stampa locali che il prossimo 27 luglio 2021 avrà luogo un concerto dell’artista Max Gazzè sul monte Cusna a 2065 metri di quota”. A renderlo noto sono le associazioni Lipu e Wwf, che spiegano: “Premettendo che non siamo certamente contrari all’organizzazione di eventi culturali sul nostro territorio, anche all’interno di ambienti naturali, ci chiediamo però come sia stato possibile organizzare un evento di tale portata nel bel mezzo di habitat prioritari, pensando di far confluire un migliaio di persone sul tetto dell’Appennino Reggiano, in pieno Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

“E’ incredibile come nel 2021 – proseguono le associazioni – si debba ancora ricordare ovvietà come il fatto che le aree protette hanno prioritariamente la funzione di tutelare ambienti, fauna e flora, e non sono compatibili con eventi ad alto impatto, come un concerto da mille spettatori. Ben venga la promozione di attività culturali, ma iniziative così impattanti devono essere svolte in luoghi idonei, come le piazze dei paesi o i campi da calcio.

“Un concerto di queste dimensioni nei pressi del Rifugio del Crinale, seppur in acustico e senza amplificatori di suoni, ci sembra incompatibile con la natura dei luoghi e l’esigenza della loro conservazione – aggiungono Lipu e Wwf -Ci chiediamo pertanto se sia stato correttamente seguito l’iter per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie (ad esempio se sia mai stata redatta e accuratamente valutata, ancor prima dell’organizzazione del concerto, una specifica valutazione di incidenza), sia da parte degli organizzatori che da parte del Comune di Villa Minozzo.

“Allo stesso tempo – spiegano – ci chiediamo come sia possibile che la seggiovia Febbio 2000 possa restare illuminata di notte per tutta l’estate, quando in realtà l’illuminazione, all’interno delle aree protette e dei siti di rete Natura 2000, va severamente disciplinata e non gestita “a piacere”, come previsto dalla direttiva regionale n. 1732 del 12 novembre 2015 in applicazione dell’articolo 2 della Legge Regionale n. 19/2003 ‘Norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e risparmio energetico’.

“E’ stato pertanto disciplinato con uno specifico atto del Comune di Villa Minozzo questo tipo di illuminazione? – si chiedono Lipu e Wwf – Associazioni ambientaliste, amanti della montagna, escursionisti e semplici cittadini meritano risposte chiare a queste domande, anche per evitare di creare pericolosi precedenti.

“A tal proposito, chiediamo sia al Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano, che ai Carabinieri forestali del CTA, se siano state effettuate le opportune e necessarie verifiche. Da parte nostra è palese che, in mancanza di risposte tempestive e soddisfacenti, non ci limiteremo ad un comunicato. I Parchi, baluardi a tutela della biodiversità nati e portati avanti con tanta fatica – concludono Lipu e Wwf – devono essere aperti a funzioni culturali e ricreative, ma non possono essere trasformati in parchi giochi”.