È un Marco Massari particolarmente amareggiato quello che replica alla presidente di Confindustria Reggio Emilia Roberta Anceschi, la quale durante il tradizionale evento di fine anno dell’associazione degli industriali reggiani ha detto che il 2025 “sarà ricordato come l’anno nel quale la distanza tra il mondo dell’industria e l’amministrazione reggiana ha toccato il suo massimo storico”.
“Il Comune è impegnato tutti i giorni nel dialogo con Confindustria, con le altre associazioni di categoria e con le imprese reggiane per portare avanti progetti con l’intento condiviso di portare sviluppo e progresso nel nostro territorio”, ha replicato il sindaco di Reggio: “Ci dispiace che la presidente Anceschi abbia voluto definire l’anno passato come il punto più basso delle relazioni tra industriali e Comune, perché non riconosce un lavoro importante che stiamo portando avanti insieme su tanti tavoli di confronto”.
“Nessuna rinuncia a investimenti”, ha aggiunto Massari, riferendosi evidentemente (pur senza dirlo esplicitamente) allo stop al progetto del cosiddetto Polo della Moda alle ex Fiere di Reggio, a Mancasale, annunciato – e poi annullato all’ultimo momento – da Max Mara Fashion Group, “è ascrivibile a scelte o comportamenti del Comune, che è sempre stato e sarà disponibile al confronto per riattivare interlocuzioni che non possono prescindere dalla volontà delle parti”.







Amareggiato il Sindaco per aver scoperto che la realtà è differente dal desiderio?Nessuno pone in discussione le intenzioni, ma i risultati parlano. Mai una giunta é stata così lontana dalle realtà locali, priva di contatti ed interlocuzioni costanti che sono la base di ogni attività amministrativa locale. Mai é parsa così politicamente improvvisante verso i problemi e di conseguenza così incapace di mediare. L’ingenuità non é una virtù, ed in politica é semmai una mancanza, anche perché il vuoto che l’improvvisazione lascia é subito riempito dal contrario. Rimpiango le giunte piciste, perché al di là dei gemellaggi con le città della DDR e delle liturgie retoriche, comunque sapevano mediare ed avevano i piedi per terra.