Lega vota Bernini, ira di Berlusconi: coalizione rotta. Presidenza Camere, due fumate nere

Il leader Matteo Salvini annuncia: la Lega, già nella seconda votazione a Palazzo Madama, ha votato per l’azzurra Anna Maria Bernini e lo farà anche sabato, alla terza votazione. Una decisione, ha aggiunto, presa per ‘senso di responsabilità’, con l’obiettivo di ‘uscire dal pantano’ nel quale il nuovo Parlamento è finito già alla prima seduta.


 

Il capo di Forza Italia e alleato Silvio Berlusconi ha subito convocato a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito per fare il punto della situazione: ‘I voti della Lega alla Bernini rompono la coalizione. Smaschera progetto governo tra la Lega e i M5s’, ha affermato.

Secondo voto alla Camera: 577 bianche  Anche il secondo scrutinio per eleggere il presidente della Camera ha dato esito negativo. I votanti sono stati 611, nessun astenuto, e ovviamente nessun deputato ha ottenuto la maggioranza dei due terzi richiesta, pari a 408 voti. Le schede bianche sono state 577, 6 le nulle. La seduta è stata sospesa dal presidente Giachetti fino alle 18 per conoscere la data e l’orario del prossimo scrutinio.

Primo voto alla Camera: 592 schede bianche Fumata nera nell’Aula della Camera alla prima votazione per eleggere il presidente. Nessuno ha raggiunto la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea, ovvero 420 voti, richiesta al primo scrutinio.

Ci sono state 592 schede bianche 14 nulle. Tra i pochi voti espressi hanno ottenuto due preferenze Renato Brunetta, Nico Stumpo (Leu) e Rossella Muroni (Leu). Per l’annuncio dell’orario del secondo scrutinio la Camera è stata aggiornata alle 14 ed è stato deciso che la seconda votazione si svolgerà dalle 15.30. Lo ha stabilito la riunione informale dei capigruppo della Camera. Servirà quindi una nuova votazione. Per il secondo e terzo scrutinio il regolamento abbassa il quorum ai 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche.  Senato: 312 schede bianche Prima votazione a scrutinio segreto per l’elezione del presidente del Senato, i risultati: presenti 317, votanti 317, maggioranza 161, voti dispersi 5, schede bianche 312. "Proclamo il risultato della votazione, nessun senatore ha ottenuto la maggioranza. La seconda votazione per l’elezione del presidente del Senato si terrà dalle ore 17”. Lo ha detto il presidente provvisorio, Giorgio Napolitano, prima di sospendere la seduta.


Non c’è l’accordo
. Troppi i nodi alla base di un impasse che dura da 48 ore, primo fra tutti la candidatura del centrodestra di Paolo Romani alla guida del Senato e, soprattutto, il rifiuto del M5S a qualsiasi incontro con Silvio Berlusconi. Forza Italia: intese solo con incontro tra gli altri leader e Berlusconi "I nomi usciranno solo se ci sarà un incontro tra i leader, altrimenti il centrodestra andrà con Romani al Senato e Giancarlo Giorgetti alla Camera", è l’affondo di FI al termine della riunione dei capigruppo che, in serata, tenta invano una ricucitura.

 
Forza Italia, Lega, Movimento 5 stelle sono i tre protagonisti dell’impasse al termine di una giornata che, alla fine, porterà a votare scheda bianca ai primi scrutini sia il centrodestra che il Pd. Rinviando, di fatto, l’elezione della seconda e terza carica dello Stato almeno a sabato. 
 
Di Maio su Facebook: Romani "indagato e invotabile". La giornata comincia con la richiesta, da parte del capogruppo uscente Pd Ettore Rosato, di "resettare" ogni trattativa. Poi è il centrodestra a tornare a riunirsi e dal nuovo vertice Berlusconi-Salvini-Meloni esce nuovamente il nome di Romani.  E’ a quel punto che Di Maio rompe il silenzio proponendo una riunione tra tutti i capigruppo e sentenziando il "no" del M5S al capogruppo FI, "indagato ed invotabile".
 
Non passa neanche un’ora e Salvini complica ulteriormente il quadro, riaprendo al M5S ("se c’è un tavolo, siamo pronti") e sancendo "l’azzeramento" di qualsiasi trattativa. Parole che riportano il M5S nei giochi in maniera prepotente. Anche perché Salvini ammette di sentire Di Maio "più di sua madre" raccontando anche di un contatto telefonico tra i due prima che il leader della Lega entrasse a Palazzo Grazioli per il vertice del centrodestra. Ma di sblocco dell’impasse, all’orizzonte, non si vede neanche l’ombra. La riunione convocata dal M5S alle 20 dura poco più di un’ora. E sul tavolo sembrano spuntare i primi nomi, a cominciare da quello meno gradito al M5S. "La Lega ha fatto il nome di Romani", spiega Ignazio La Russa uscendo dal vertice. Un vertice che, tuttavia, non porta a nulla.