Fondazione Palazzo Magnani: un autunno di arte, danza e realtà virtuale

Orizzonti del corpo manifesto

La Fondazione Palazzo Magnani di Reggio ha aperto la stagione autunnale con due eventi ai chiostri di San Pietro che hanno donato grande vivacità culturale alla città: la prima edizione del festival di Internazionale Kids, prodotto in collaborazione con la redazione del mensile Internazionale, e poi la mostra “Caleidoscopica. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli”, che ha registrato oltre 500 ingressi nei primi tre giorni di apertura e che sarà visitabile fino al 28 novembre.

Ma le novità non si fermano qui. Il 12 novembre a Palazzo da Mosto sarà inaugurata la mostra “Orizzonti del corpo. Arte / Danza / Realtà Virtuale”, un progetto inedito – in collaborazione con la Fondazione nazionale della danza/Aterballetto – che unisce arti visive, performative e tecnologia in un continuo scambio: l’arte, con le opere di tredici artisti contemporanei invitati negli spazi di Palazzo da Mosto; la danza, con le “MicroDanze” ideate da cinque coreografi internazionali, in un dialogo con le opere che farà da moltiplicatore di emozioni; la tecnologia, con strumenti virtuali e immersivi che consentiranno ai visitatori di proiettarsi nelle performance per tutta la durata della mostra, permettendo loro di incontrare sia la fisicità dei danzatori che la materia dell’arte in modo del tutto inedito, innescando una nuova relazione con lo spazio.

Il progetto è stato possibile grazie al contributo della Fondazione Manodori, che ha messo a disposizione lo splendido palazzo situato nel centro di Reggio. La fondazione, ha spiegato il suo presidente Romano Sassatelli, “ha voluto mettere Palazzo da Mosto a disposizione della comunità, come centro per la cultura e l’educazione. Un collettore di idee e di proposte in cui confluiscono progetti ricchi di contaminazioni. Stiamo uscendo da un periodo complicato e mai come ora c’è bisogno di bellezza e di cultura per ripartire e intravedere nuovi orizzonti. Ci auguriamo che le iniziative che stanno nascendo contribuiscano a dare nuova linfa al nostro tessuto sociale”.

Il percorso espositivo, a cura di Marina Dacci, si sviluppa in otto sale mettendo in connessione installazioni danzate con una trentina di opere d’arte contemporanea dei tredici artisti (italiani o che vivono da tempo in Italia) contemporanei invitati: Leonardo Anker Vandal, Bianco-Valente, Fabrizio Cotognini, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Gianluca Malgeri, Matteo Montani, Mustafa Sabbagh, Vincenzo Schillaci, Namsal Siedlecki, Sissi e Giovanni Termini.


Le loro opere, per vocazione e assonanza, sono affiancate da sei “MicroDanze”, nate da un’idea del direttore generale della Fondazione nazionale della danza/Aterballetto Gigi Cristoforetti e ideate da cinque coreografi: Saul Daniele Ardillo, Philippe Kratz, Ina Lesnanowski, Angelin Preljocai e Diego Tortelli. Si tratta di performance di pochi minuti, per uno, due o tre interpreti, destinate a spazi ristretti e a una fruizione espositiva.

Le “MicroDanze” ospitate a Palazzo da Mosto sono parte di un corpus di dodici performance brevi coprodotte dalla Fondazione Palazzo Magnani e dalla Fondazione nazionale della danza/Aterballetto, affidate a coreografi nazionali e internazionali, sia giovani che affermati, il cui debutto europeo è in programma ad Atene il 9 e il 10 ottobre nell’ambito del progetto europeo “An ideal city”, in partnership con Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e la Greek National Opera di Atene, co-finanziato dal programma “Creative Europe” dell’Unione Europea.


“Non è inusuale l’abbinamento tra danza e arte”, ha sottolineato la curatrice della parte espositiva Marina Dacci: “Ma in questo progetto si innestano ulteriori nuovi elementi in cui la fisicità dei danzatori e la materia dell’arte si affiancano a una tecnologia virtuale immersiva che consente di affrontare, con strumenti differenti, la prossemica tra danzatore e spettatore. Questo progetto è pensato, fin dall’inizio, come scambio paritetico. L’arte, in questo contesto, non è proposta come “decorazione scenografica” della danza, bensì come elemento arricchente, moltiplicatore di evocazioni e suggestioni che si snoda in un coerente percorso parallelo. Queste reciprocità, fatte di incroci e sovrapposizioni, di molteplici stimoli visivi e sonori, generano risonanze che incoraggiano il visitatore a vivere un’esperienza potente”.

“MicroDanze è un ambizioso progetto di performance danzate”, ha aggiunto Cristoforetti: “Inizialmente pensato per una fruizione espositiva, si è poi evoluto fino all’attuale triplice formato, che guarda tanto all’arte pubblica quanto all’innovazione tecnologica. Alcune MicroDanze saranno perciò ambientate in seguito anche in spazi urbani, e altre sono trasferite in realtà virtuale a 360°. L’obiettivo è quello di aprirsi a spazi pubblici, modelli di fruizione e processi creativi completamente nuovi e diversi uno dall’altro. Coreografie non frontali e non rigide, ma permeabili al contesto spaziale, capaci di dialogare con universi disciplinari differenti per promuovere l’intimità tra danzatore e spettatore. Sollecitando un’esperienza emotiva ed estetica tanto varia quanto originale. Stili e mondi espressivi si confrontano e si mescolano in un unico progetto, rivolgendosi sia al pubblico dell’arte che a quello dello spettacolo dal vivo”.

Dal prossimo 9 dicembre al 13 marzo 2022, inoltre, un’importante produzione della Fondazione Palazzo Magnani – “La vita materiale. Otto stanze Otto storie”, a cura di Marina Dacci e presentata nel 2018 a Palazzo da Mosto, valicherà i confini nazionali per arrivare a Bruxelles, in Belgio, negli spazi della Centrale for contemporary art con il titolo “La vie matérielle”.

La mostra, che verte sul legame tra arte e vita, intimità e socialità, e sulla relazione sinestetica tra corpo e materia nel processo di produzione delle opere, è stata ripensata per lo spazio industriale belga e attualizzata con nuove produzioni. Le opere e la poetica delle otto artiste italiane (Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Ludovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi e Sabrina Mezzaqui) saranno affiancate a quelle delle quattro artiste che operano in Belgio (Lea Belloussovitsch, Gwendoline Robin, Lieve Van Stappen, Arlette Vermeiren) a cura congiunta della stessa Marina Dacci e di Carine Fol, direttrice artistica della Centrale for contemporary art.

In primavera, infine, ci sarà il ritorno di Fotografia Europea, il festival interamente dedicato alla fotografia contemporanea, in programma dal 29 aprile al 12 giugno del 2022 in diversi luoghi di Reggio. Promossa e prodotta dalla Fondazione Palazzo Magnani, insieme al Comune di Reggio, la manifestazione avrà come tema “Un’invincibile estate”, ispirato alla frase del grande scrittore francese Albert Camus “Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate”, contenuta nella raccolta di saggi “L’estate” del 1954.

A Reggio “Un’invincibile estate” per Fotografia Europea 2022