“Cura del bene comune per una Reggio migliore”

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Valeria Montanari, alla seconda esperienza nel governo cittadino di Reggio Emilia nella squadra del sindaco Luca Vecchi, è assessore, tra le altre deleghe e specialità, ai Lavori pubblici. Abbiamo chiesto a lei qual è lo stato di salute attuale della città e che cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro.

24emilia, di recente, si è occupata delle piste ciclabili che attraversano Reggio. Va dato atto che da questo punto vista l’amministrazione comunale molto ha fatto per costruire percorsi alternativi alle auto. Cos’è che può essere ancora migliorato?

“Innanzitutto bisogna sottolineare che Reggio Emilia può contare su 900 km di piste ciclabili. E sono numeri che ci portano ai vertici italiani per questo tipo di tracciati. E’ poi altrettanto vero che abbiamo intenzione di estendere ancora i nostri percorsi. In programma, per esempio, vi è una pista che conduce da Gavasseto, a Sabbione, a Villa Bagno. Un’altra, invece, che dalla via Emilia, attraverso via Lasagni, porta fino ad Arceto. E’ infine necessario rimarcare che oggi le ciclabili non hanno l’unico obiettivo di creare un collegamento tra i vari luoghi da raggiungere per chi va in bicicletta, ma anche quello di rendere più sicure le strade. E questo soprattutto per quei cittadini che abitano nella periferia, nei quartieri, nelle frazioni. E’ questo che loro ci chiedono: strade da percorrere in sicurezza”.

E a proposito della manutenzione di tutto questo patrimonio stradale, cosa ci dice?

“La manutenzione è un aspetto che va migliorato, su questo hanno ragione i cittadini. La cura delle cose è un valore sempre più indispensabile. Per questo nel 2020 abbiamo stanziato una serie di fondi per conservare e migliorare le nostre strutture sulle piste ciclabili, a partire dall’illuminazione. Posso anticipare che saranno installate circa 40mila luci al led”.

Saltiamo dalle ciclabili sulle strade. Non le sembra che con tutti i veicoli che girano oggi per la città, le sedi delle carreggiate siano ormai vetuste e troppo strette per contenere il traffico?

“Questo è vero. Ma è altrettanto vero che oggi allargare le strade diventa complicato. E’ un problema molto reggiano. I temi della grande viabilità per anni sono rimasti irrisolti. Penso alla Tangenziale Nord, che si è sbloccata solo ora. A parte la costruzione degli assi attrezzati, un’altra soluzione per decongestionare il traffico stradale potrebbe essere nel futuro quella di affidarsi alle rotaie. Una sorta di metropolitana di superficie che colleghi la zona Nord a quella Sud della città”.

Viaggiando nei Paesi Nord europei, in Italia succede in Trentino, si rimane stupiti da quanto siano lisce le strade. Come mai, secondo lei, a Reggio Emilia, e vale per gran parte dello Stivale, spesso si è costretti a fare lo slalom tra una buca e l’altra?

“E’ vero. Dobbiamo imparare a investire sulla qualità e sull’innovazione. E chi amministra deve pretendere che i lavori vengano fatti al meglio. In questo caso che si usi l’asfalto della migliore qualità possibile, e altri materiali innovativi. Ultimamente per sistemare alcuni tratti stradali ci siamo affidati a un composto prodotto attraverso il riciclo di gomme usate di auto che sarebbero state gettate via”.

Attraversando la città vi sono alcune vie che appaiono più rovinate di altre: viale Umberto, via Tassoni (Canali), via Cassoli, viale Trento Trieste, tanto per fare alcuni esempi. Perché?

“Per spese di manutenzione straordinaria sono stati destinati alle strade circa 3,6 milioni di euro. Una cifra che ci ha permesso di migliorare molte situazioni. Certo, è vero, non tutte. E c’è ancora molto lavoro da fare. Teniamo in considerazione il fatto, però, che Reggio Emilia vanta 950 km di rete stradale e che nella maggior parte degli anni ci si prende cura di esse con la manutenzione ordinaria: soldi che provengono esclusivamente da tasse, multe e oneri di urbanizzazione. Non sono risorse illimitate”.

Dalle ciclabili, alle strade, arriviamo al cuore della città, il centro storico. Santo Stefano e San Pietro: le 2 porte sulla via Emilia sono un biglietto da vista per chi entra o esce da Reggio. Rimarranno così?

“Porta Santo Stefano era già stata ultimata prima dell’arrivo dell’attuale amministrazione. Nel tempo siamo intervenuti per risolvere un problema di pavimentazione. Per quanto riguarda porta San Pietro, invece, all’altezza dell’edicola vi è un progetto di rigenerazione urbana per riqualificare la zona che è scivolata verso un certo degrado”.

In centro avete in progetto la ristrutturazione di piazza San Prospero, uno dei salotti reggiani. Come diventerà?

“Nel 2020 partiranno i lavori per la ristrutturazione di piazza San Prospero. Non solo la pavimentazione a porfidi verrà sistemata. L’intervento sarà energico per ridare lustro a Piasa Céca. Abbiamo destinato 700mila euro per restituire ai reggiani un luogo certamente uguale a quello che hanno sempre visto, ma riportato al suo antico splendore”.

Molte piazze cittadine in questi anni sono state migliorate: piazza Fontanesi, della Legna, Casotti, e  altre ancora. Altre situazioni hanno suscitato alcune perplessità. Per esempio, piazza della Vittoria, nel largo e un po’ desolato spazio che separa il teatro Municipale dall’Ariosto, qualche arredo o albero non è previsto?

“In piazza della Vittoria non vi saranno nuovi alberi. Sotto la pavimentazione c’è un parcheggio, non si possono mettere piante. C’era l’ipotesi, però, di inserire grandi fioriere. Pur tuttavia, proprio lì a 2 passi, abbiamo intenzione di intervenire sulla zona dei Giardini pubblici”.

I Giardini pubblici sono il cuore verde prezioso della città.

“E anche questi necessitano di cure e manutenzione che abbiamo in serbo e che molto presto metteremo in pratica. Ad esempio le statue del Boiardo e dell’Ariosto, pensate un tempo per sostare sotto il portico di Palazzo Del Monte, e che invece da anni campeggiano nel mezzo del parco, esposte al logorio degli elementi, verranno restaurate e troveranno casa sotto il loggiato della Galleria Parmeggiani”.

Cosa abbiamo dimenticato in centro storico?

“Ci sono altri lavori in corso alla Panizzi, dove il loggiato Estense sarà riportato a nuova vita per essere trasformato in una preziosa sala di lettura per gli avventori della biblioteca.
Ma Reggio non è solo il suo centro storico, vi sono quartieri di periferia e frazioni dove abitano il 40% dei cittadini e dove stiamo lavorando intensamente. Ci tengo a menzionare il cimitero di Coviolo, dove presto sorgerà una nuova sala per il commiato ai defunti, progettata dai fratelli Manfredini, e che mi sento di poter dire sarà un luogo di pregio”.

Attraverso quale azione, nel corso del suo mandato, proverà a migliorare Reggio Emilia?

“Penso che la sfida nel futuro sia prendersi cura del bene comune. Se in questi anni abbiamo costruito contenitori, anche belli, ora bisogna riempirli di cultura ed educazione. Guardo per esempio all’esperienza del Binario 49, posto in una zona giudicata difficile della città, ma che è riuscito ad aprire le porte a una mostra come quella di Salgado, artista mondiale. Vuol dire che con l’impegno molto si può fare”.

Chi vincerà le regionali di gennaio?

“Spero il centrosinistra. E sono fiduciosa. L’altro giorno sono stata a Roma per l’iCityRank 2019, la ricerca a cura del Forum delle Pa. Tra le prime 10 città italiane ce ne sono 4 del nostro territorio. Anche qui da noi non tutto sarà perfetto, ma in Emilia tanto è stato fatto”.

(Ferruccio Del Bue)