Zuppi creato cardinale dal Papa

cardinale Matteo Zuppi

Sabato 5 ottobre, durante il concistoro che si è svolto nella Basilica di San Pietro a Roma, papa Francesco ha creato tredici nuovi cardinali: tra questi anche l’arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi, alla guida dell’arcidiocesi emiliana dal 2015, che ha raggiunto la capitale con un treno speciale accompagnato da circa mille fedeli felsinei, dal sindaco di Bologna Virginio Merola e dall’ex presidente del consiglio Romano Prodi.

Dei nuovi porporati soltanto dieci potrebbero partecipare a un eventuale conclave, avendo meno di 80 anni d’età (tra questi anche il cardinal Zuppi, che ha 64 anni): gli altri tre, invece, hanno già superato la soglia massima fissata a suo tempo da papa Paolo VI per essere elettori a tutti gli effetti. Altri quattro, tuttavia, sorpasseranno il limite d’età entro la metà di ottobre, e altrettanti nei primi mesi del prossimo anno.

Nell’omelia il Pontefice ha tracciato il profilo che devono mantenere i pastori della Chiesa, parlando di lealtà, di capacità di avere compassione e di saper accantonare gli atteggiamenti di condanna e di indifferenza. “I discepoli di Gesù – ha ricordato papa Francesco – dimostrano spesso di essere senza compassione di fronte al problema delle folle da sfamare. Loro in sostanza dicono: “Che si arrangino…”. È un atteggiamento comune a noi umani, anche quando siamo persone religiose o addirittura addette al culto. È il lavarsi le mani”.

“È viva in noi la coscienza di questa compassione di Dio per noi?”, ha poi chiesto papa Bergoglio ai nuovi cardinali: “Non si tratta di una cosa facoltativa, e nemmeno, direi, di un consiglio evangelico. No. Si tratta di un requisito essenziale. Se io non mi sento oggetto della compassione di Dio, non comprendo il suo amore. Non è una realtà che si possa spiegare. O la sento o non la sento. E se non la sento, come posso comunicarla, testimoniarla, donarla? Concretamente: ho compassione per quel fratello, per quel vescovo, quel prete? Oppure sempre distruggo con il mio atteggiamento di condanna, di indifferenza?”.

Il Santo Padre ha quindi spiegato che “da questa consapevolezza viva dipende anche la capacità di essere leale nel proprio ministero. Anche per voi fratelli cardinali. La disponibilità di un porporato a dare il proprio sangue, significata dal colore rosso dell’abito, è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione. Diversamente, non si può essere leali. Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza”.