La Regione pensa alla salute dei fiumi

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Fiumi in buona salute uguale benefici per il territorio e garanzia di equilibrio tra uomo e natura. Tanto più in periodi in cui mutamenti climatici, episodi di siccità ed erosioni delle sponde fluviali hanno spesso ripercussioni drammatiche sulle comunità. Dello stato dei fiumi italiani si parla a Bologna nel corso del IV convegno nazionale sulla riqualificazione fluviale, che si tiene in Regione (terza Torre – viale della Fiera, 8) fino a venerdì 26 ottobre 2018.

Organizzato da Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf), Regione Emilia-Romagna e Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale nell’ambito del progetto europeo LIFE+Rinasce, mette a confronto amministratori, professionisti, ricercatori e associazioni sulle strategie per migliorare la qualità dei corsi d’acqua e del territorio, la gestione dei reticoli artificiali e degli ecosistemi fluviali.
Tra le esperienze illustrate quelle dell’Emilia-Romagna, dove dal 2015, quando la Regione per prima in Italia si è dotata di Linee guida specifiche, il 32% degli interventi su corsi d’acqua è stato attuato con tecniche di riqualificazione fluviale.

Nel forlivese oltre 6 milioni sono stati destinati alla riqualificazione fluviale che ha interessato nell’ultimo decennio i fiumi Ronco e Montone, recuperando una superficie di oltre 168 ettari per l’espansione delle piene proprio nei pressi della città di Forlì. Rilevante anche l’intervento lungo il bacino del fiume Taro da parte dell’Ente Parco che attraverso una serie di opere ha permesso di restituire spazio al fiume contrastando l’erosione.

Fiume Arda, torrente“Altro esempio- prosegue Gazzolo – è l’intervento nel piacentino, lungo il torrente Arda, per quasi 2 milioni. Lavori partiti nelle scorse settimane e che interessano l’intera asta fluviale, per metterla in sicurezza dopo il maltempo del 2015 e 2016. Sarà restituito spazio al corso d’acqua nel tratto di pianura più critico sotto il profilo idraulico. E ancora: le opere di Cassa Bagnetto (7,5 milioni), la Cassa di espansione del Lavino (5,6 milioni)e del Ghironda (800mila euro), in corso di progettazione. A questi si aggiunge il maxi-ripascimento della costa da 20 milioni di euro, prima infrastruttura verde del Piano stralcio aree metropolitane ad essere completata in tutto il Paese nel 2017. Con opere che determinano un assetto meno rigido dei corsi d’acqua, la riqualificazione fluviale concorre ad accrescere la resilienza del territorio e a migliorarne la qualità ambientale e naturalistica, oltre che a dare impulso a filiere locali che coinvolgono imprese altamente specializzate.”

Tra gli interventi, Laura Marianna Leone, presidente del Cirf e il divulgatore scientifico, Luca Mercalli.
Le esperienze nazionali e internazionali presentate, tra cui il progetto Interreg Spazio Alpino, dimostrano come i principi della riqualificazione fluviale siano i più efficaci per la protezione da alluvioni e da frane, il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua, la tutela della biodiversità e la prevenzione delle crisi idriche.

I progetti Life. Due i progetti Life finanziati dall’Unione europea che hanno interessato la riqualificazione fluviale del reticolo di bonifica e dei corsi d’acqua minori. Life+Rinasce, a cura di Regione Emilia-Romagna e Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, è in via di conclusione e interessa la rete di bonifica emiliana, nei comuni di Carpi, Novi di Modena e Gualtieri (Re). Con un investimento di circa due milioni di euro, punta alla riqualificazione di circa 7 km di canali restituendo spazio al fiume con tre ettari di golene naturalistiche allagabili, la forestazione di due km di sponde e la creazione di una cassa di espansione destinata a diventare una zona umida naturalistica per l’accumulo delle piene e la fitodepurazione delle acque.

Life Rii, già concluso, ha riguardato sette corsi d’acqua nella fascia pedemontana di alcuni comuni della provincia di Reggio Emilia. È stata l’unica esperienza italiana presentatanell’ambito del ‘Water Platform Meeting’, promosso quest’anno a Manchester dalla Commissione europea. Ha coinvolto i comuni di Albinea, Bibiano, Quattro Castella e San Polo d’Enza e il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Con 1 milione 200 mila euro, è intervenuto lungo rii dal regime torrentizio e bacini molto piccoli.
Per entrambi i progetti, la partecipazione dei cittadini è stata un vero e proprio valore aggiunto: con più di 20incontri pubblici e l’impegno di oltre 100 professionisti.

I Contratti di fiume. Dal 2017 sono stati inseriti in una legge regionale per farli diventare uno strumento di programmazione a livello di bacino o sottobacino idrografico, per integrare la mitigazione del rischio idraulico con una corretta gestione delle risorse idriche, la tutela paesaggistica, la valorizzazione ecologica e ambientale del sistema fluviale. In Emilia-Romagna sono sette, tre già operativi: Medio Panaro (dicembre 2012), Valmarecchia (febbraio 2017) e Patto di Rii dell’Appennino Reggiano; quattro in corso di definizione: Trebbia (avviato nel 2013), Reno e Bologna città d’acqua (luglio 2016), Media valle Po (accordo interregionale con Cremona, Lodi e Piacenza avviato a dicembre 2016), Santerno (luglio 2017) e Lamone (novembre 2017).