Regione e fondi Ue: 190mln alle Asl

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Dopo il via libera arrivato da Bruxelles, la Regione Emilia-Romagna ha riprogrammato i fondi europei e ha destinato altri 190 milioni di euro all’emergenza Covid-19, in particolare per la copertura delle spese sostenute dalle aziende sanitarie regionali per rafforzare la risposta contro la diffusione dei contagi: le risorse saranno utilizzate per l’acquisto di dispositivi di protezione personale, per l’acquisizione di attrezzature mediche e per il potenziamento della capacità di effettuare i test.

La Commissione europea ha infatti approvato la modifica dei Programmi operativi europei 2014-2020, grazie anche all’effetto del Decreto Rilancio del governo, che permette alla Regione di riprogrammare l’utilizzo di 190 milioni del Por Fesr (il Fondo europeo di sviluppo regionale) per dare immediato sostegno alle attività della sanità emiliano-romagnola. I fondi saranno impegnati entro il 31 dicembre per venire incontro agli sforzi fatti finora.

La collaborazione con la Commissione europea, d’altra parte, è costante: nelle scorse settimane al Comitato di sorveglianza dei programmi Fesr e Fse è stato presentato lo stato di avanzamento della programmazione 2021-2027 dei fondi europei della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea – rafforzato con lo strumento Next Generation Eu, a seguito dell’emergenza Covid-19, per riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia. La Regione è tuttora impegnata nella definizione dei nuovi programmi operativi regionali Fesr e Fse+ per coniugare il programma di mandato della giunta Bonaccini e gli obiettivi di livello europeo.

“Confermiamo la nostra capacità di gestire al meglio i fondi europei anche in un momento di emergenza pandemica riuscendo a sfruttare al massimo la flessibilità introdotta dalla Commissione Ue nell’utilizzo delle risorse per far fronte all’emergenza in corso”, ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Uno sforzo notevole considerato che l’Emilia-Romagna è tra le più efficienti nell’impiego dei fondi europei e ha quindi minori margini di riprogrammazione”.

“Anche la sua vocazione europeista, quindi, aiuta l’Emilia-Romagna nella gestione dell’emergenza. L’Europa è unita in questo percorso e conferma la nostra strategia che punta a progettare il futuro con una cultura del cambiamento proattiva e inclusiva. Nel nuovo Patto per il lavoro e per il clima, che stiamo costruendo con le parti sociali, anche grazie ai fondi europei del Next Generation Eu, puntiamo a gettare le basi per una ricostruzione partecipata che metta al centro la sanità pubblica, oltre ai temi della svolta ecologica, della digitalizzazione e dell’innovazione”.