La quarta ondata pandemica sferza l’Italia: in crescita Rt (1.21) e incidenza dei casi (78)

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La seconda riunione di novembre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una nuova risalita (la quinta consecutiva) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.

Secondo i numeri del ministero e della Protezione civile, infatti, il valore dell’indice di trasmissibilità medio (calcolato sui casi sintomatici) dell’infezione da virus Sars-Cov-2 è aumentato rispetto alla precedente rilevazione di 1,15, raggiungendo quota 1,21 (range: 1,08 – 1,31) e rimanendo per la seconda settimana consecutiva sopra la soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).

In lieve risalita anche il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità basato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero, arrivato a quota 1,14 (range: 1,10 – 1,19) rispetto all’1,12 della rilevazione precedente.

Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia, inoltre, ha confermato il trend al rialzo dell’incidenza settimanale dei contagi, che ha fatto registrare un notevole balzo, passando da 53 a 78 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore che è per la seconda settimana consecutiva sopra la soglia dei cinquanta nuovi casi ogni 100.000 abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).

È rimasto sostanzialmente stabile, nel frattempo, il quadro delle regioni e delle province autonome classificate a rischio epidemico moderato: secondo l’ultima rilevazione, infatti, quasi tutti i territori nazionali (venti tra regioni e province autonome) rientrano in questa fascia, mentre nessuna regione o provincia autonoma è attualmente considerata a rischio alto, anche se una regione è ritenuta ad alta probabilità di progressione verso uno scenario peggiore. Undici tra regioni e province autonome hanno riportato un’allerta di resilienza, mentre nessuna ha riportato molteplici allerte di resilienza.

Per quanto riguarda la pressione sulle strutture ospedaliere, il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è salito dal 4% del 4 novembre al 4,4% dell’11 novembre, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto registrare un incremento dal 5,3% del 4 novembre al 6,1% dell’11 novembre.

È in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (11.001, contro i 8.326 del monitoraggio precedente), mentre è leggermente diminuita la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (dal 35% al 34%). È aumentata, invece, la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (dal 47% al 48%), mentre è rimasta sostanzialmente stabile al 18% la percentuale dei casi diagnosticati attraverso le attività di screening.