La pandemia in tv: tragedia fa spettacolo

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La Sars Cov 2 ad oggi ha provocato nel mondo 7.300.000 infetti con 413.000 morti, in Italia 236.000 infetti con quasi 35.000 morti. Nonostante questi numeri da capogiro oltre ad esserci ancora molta confusione, c’è tanta gente che specula su questa pandemia, spettacolarizzando qualsiasi dato emerga. La cosa che rattrista maggiormente è che queste speculazioni non sono realizzate da gente incapace, laureate alla “Google University” e alla ricerca della ribalta televisiva sostenendo assurdità di ogni tipo e genere, ma spesso, sono illustri luminari della Medicina che drogati dal narcisismo mediatico diventano completamente avulsi dal Codice Etico e Deontologico che dovrebbe caratterizzare il loro operato, anche a livello di informazione.

Nella società contemporanea, specialmente grazie alla pervasività delle tecnologie della comunicazione, l’immaginario ha assunto un ruolo di rilievo nella formazione dei soggetti. Anche sotto il profilo pedagogico, l’immaginario e il “falso” prodotto dai media svolge una funzione educativa, addirittura arriva ad influenzare i meccanismi di apprendimento e socializzazione mediando il rapporto tra gli individui e la realtà sociale. Non so voi, ma io sono letteralmente stanco, esausto nell’esser preso in giro. Ne abbiamo sentite veramente di tutti i colori. Un ping pong continuo di opinioni discordanti tra loro, una pallina magica impazzita che rimbalza colpe e responsabilità da una parte all’altra. Non si possono trattare così ì cittadini e non si possono trattare così le potenziali vittime di una pandemia.

Non voglio soffermarmi a fare polemiche su chi ha affermato che il virus è clinicamente scomparso, mentre si ricoverano persone con sintomi, ne tantomeno a chi ieri sera in TV sosteneva che le mascherine fossero un pabulum per il virus, mentre fino al mese scorso lamentava lo scandalo che non si trovassero le medesime per tutti. Ne soffermarmi su Pregliasco che viene interpellato da Gillette di Procter & Gamble per igiene di barba e baffi, ne tantomeno al Burioni, che in barba a Gilette, sosteneva il 3 marzo da Fazio, che la mascherina poteva essere utile per l’inquinamento, ma non per il virus, perché il virus non c’è.

La gente è arrabbiata, spaventata e irritabile, i cittadini hanno necessità di tornare al lavoro, hanno necessità di guadagnare hanno necessità e voglia di tornare ad una vita normale. Quest’alternanza di informazioni o meglio di disinformazione semina confusione e odio, c’è la fazione degli insicuri che continuano a mantenere le misure di sicurezza e la fazione degli sprovveduti che incurante sostiene che è stata tutta una farsa. Nessun cittadino ha inventato nulla, ma tutto ciò si è costruito nella loro mente frutto della disinformazione ricevuta e dalla necessità e desiderio più o meno consapevole di tornare ad una vita normale.
L’incredibile è che non ci siano dati epidemiologici attendibili sui quali fare riferimento. In Medicina, affinché un dato statistico possa essere affidabile, deve rispondere a determinati requisiti e non devono rappresentare solo dei numeri buttai li, a caso. Dobbiamo esigere dei dati certi.

Nessuno di noi sa quanti tamponi e esami sierologici si fanno ogni giorno, con quale ratio vengono effettuati regione per regione, con quale ratio vengono scelti gli utenti ai quali fare gli esami, non sappiamo se i test per gli esami sierologici sono i medesimi, se hanno la medesima sensibilità e specificità. Per far si che questi dati abbiano un significato statistico spendibile e affidabile c’è necessità che siano “normalizzati” per poterli confrontare con altri, altrimenti non hanno nessun valore.

Ad esempio se a Reggio fanno molti più esami che a Modena è molto più probabile che l’incidenza sia più alta a Reggio che non a Modena. Se la popolazione soggetta a controllo sierologico sono anziani delle RSA, non possono essere confrontati con una popolazione di giovani delle scuole superiori. Queste regole che rappresentano l’ABC dell’epidemiologia dall’inizio della pandemia non sono utilizzate e non certo per incapacità o ignoranza. Sembra quasi ci sia una motivazione, oscura alle menti semplici e oneste come la mia, delle Regioni, per rimbalzarsi colpe e responsabilità a vicenda.

Intanto, in tv c’è sempre qualcuno in più che diventa famoso, sulle nostre spalle. Continuiamo a non imparare nulla.