La libertà è un lavoro

Il 221° anniversario del Primo Tricolore coincide quest’anno col 70° anniversario della Costituzione: dal 1° gennaio del 1948 è la legge fondamentale del nostro Stato, che tutti noi cittadini dobbiamo rispettare.

 
Una delle novità dei festeggiamenti di quest’anno sarà l’incontro in Sala Tricolore tra alunni e studenti reggiani e il più importante poeta e scrittore italiano per bambini e ragazzi di oggi: Roberto Piumini.
 
Per l’occasione l’autore, che proprio quest’anno compirà 70 anni come la nostra Costituzione, leggerà e commenterà in forma di poesia e filastrocca alcuni suoi articoli, come ha fatto nel suo libro “La Costituzione è anche nostra”.
 
Per lui la democrazia è una grande casa. “Una gran casa dove ci si parla, aperta a nuove idee e a nuovi amici, dove si impara a diventare liberi, dove si prova ad essere felici”. Una grande casa che "non è solo la casa di chi sta fra le sue mura, è anche casa di quelle persone che altrove hanno violenza o paura".
 
Le parole di Piumini sono semplici ed efficaci ed arrivano sia a grandi che ai piccoli.

 
“Ognuno ha diritti e doveri, perché la libertà è un lavoro, un gioco insieme ad altri, non da soli, un canto che si canta tutti in coro”. Ogni comunità ha i suoi tratti distintivi: le città hanno i loro gonfaloni, le squadre sportive le loro maglie, le aziende i loro marchi, i negozi le loro insegne. E’ importante che esistano questi simboli: ad essi possono aggrapparsi e fare nido i nostri sentimenti migliori, quelli che rivolgiamo verso gli altri.
 
La bandiera tricolore è il simbolo distintivo della nostra Repubblica: la facciamo sventolare nelle feste nazionali per ricordarci che siamo una comunità, cioè un gruppo in cui l’individuo – ogni individuo, – non scompare, ma vale come ogni altro. E per questo deve essere rispettato e lasciato libero di scegliersi la sua vita purché non faccia del male agli altri e faccia la sua parte per la comunità; perciò deve anche poter avere ciò che gli è indispensabile per vivere.

 
“Verde come pianura a primavera e le foreste di Alpi e Appennini: ma allora non distese di cemento, cavalcavia e brutti magazzini. Rosso come la fiamma dei vulcani, le fragole, le rose e i papaveri: ma allora non discariche abusive, quartieri tristi come dei cadaveri. Bianco come la neve dell’inverno, la nuvola in cielo, illuminata, ma allora non il buio del degrado, l’aria malsana, grigia e inquinata”.