Incendio in via Turri: 2 morti e 2 bimbi gravi, 38 intossicati

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Due persone sono morte in un incendio che si è sviluppato in uno scantinato di un edificio a Reggio Emilia. Le fiamme sono divampate in una palazzina di 4 piani in via Turri al civico 33, nei pressi della stazione ferroviaria, e hanno prodotto molto fumo. Oltre alle due vittime recuperate sulle scale, si tratta di una coppia di origine marocchina, circa 38 residenti sono rimasti intossicati, tra cui una donna e tre minori che sono ricoverati in codice rosso. Le squadre dei vigili del fuoco sono rimaste sul posto per tutta la notte.

I morti dunque sono un uomo e una donna, due stranieri di origine magrebina, mentre due bambine, una di 3 anni in modo particolare, sono molto gravi e sono state trasportate nella notte agli ospedali di Milano e Fidenza in camera iperbarica. Il bilancio al momento è stabile, anche se si devono ancora completare le operazioni di ‘bonifica’ delle cantine, previste in mattinata. Sono intervenute squadre dei vigili del fuoco di Reggio Emilia, Sant’Ilario e Guastalla, con due autoscale e un carro aria da Modena. Sul posto anche Polizia e Carabinieri.
Nella zona, dove intorno a mezzanotte si è innescato l’incendio, da tempo è stato lanciato l’allarme a causa delle cantine occupate.

Subito in zona, con i vigili del fuoco, sono giunti anche molti agenti di polizia, compreso il questore, Antonio Sbordone, assieme a carabinieri e polizia municipale. Anche il vicesindaco di Reggio Emilia Matteo Sassi è arrivato in via Turri.

Una bimba e 2 adulti in camera iperbarica a Fidenza. L’Ausl di Reggio Emilia ha diramato un bollettino medico alle 10,30.

Delle 38 persone intossicate, 4 hanno avuto necessità di camera iperbarica. Di queste, 2 adulti e una bambina sono stati trasferiti a Fidenza ed è previsto il rientro all’Arcispedale di Reggio Emilia in giornata.
Una bambina di 3 anni è stata trasportata in elisoccorso all’Ospedale Niguarda di Milano, struttura dotata di camera iperbarica e rianimazione pediatrica, in gravi condizioni.
Sono attualmente ricoverati all’Arcispedale Santa Maria Nuova 5 adulti in Osservazione Breve e 6 bambini in Osservazione Breve pediatrica. Questi pazienti, le cui condizioni non destano preoccupazione, saranno verosimilmente dimessi nella giornata di domani. 23 persone, dopo essere state assistite al Pronto Soccorso di Reggio Emilia, sono state dimesse e inviate al curante.

Per fare fronte all’emergenza è stato attivato il Peimaf alle ore 1.30 (Piano di emergenza per il massiccio afflusso di feriti in ospedale) di terzo livello, che prevede l’insediamento dell’unità di crisi per il coordinamento della maxi-emergenza e l’attivazione di risorse mediche e infermieristiche aggiuntive (sono stati attivati 4 infermieri, 1 OSS, il Responsabile Infermieristico Dipartimentale e 4 medici, tra cui il Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza e il Responsabile del Pronto Soccorso).

Sul luogo sono intervenuti mezzi attrezzati per il soccorso, tra ambulanze, autoinfermieristiche, automedica, volontari del soccorso, oltre ad un mezzo di coordinamento delle maxi-emergenze, che ha gestito gli invii dei pazienti in Pronto Soccorso. Questi professionisti hanno allestito un’area PMA (Posto Medico Avanzato) , gestendo la prima assistenza e gli invii al Pronto Soccorso.
Alle 0,28 è arrivato in PS il primo paziente in codice rosso e a distanza di due minuti il secondo codice rosso, l’ultimo paziente è arrivato alle 03,17.
Il PEIMAF è stato dichiarato concluso alle ore 6.

La dinamica dell’incendio. Spente le fiamme, i Vigili del fuoco stanno procedendo ora alla bonifica delle cantine dello stabile. Le verifiche sono mirate anche ad accertarsi che nessuno sia rimasto chiuso negli scantinati. Il rogo, da una prima ricostruzione, si sarebbe sviluppato proprio dalle cantine per cause ancora da accertare. Il fumo ha poi invaso le rampe delle scale entrando nei vari appartamenti. La zona dove si è sviluppato l’incendio era stata già al centro di polemiche a causa del fenomeno delle occupazioni abusive.

Comunità marocchina: sono vittime del degrado. Davanti alla palazzina di Reggio Emilia in cui questa notte sono morti due coniugi magrebini monta la rabbia della comunità marocchina. «Si sa da anni che quelle cantine sono occupate abusivamente – dice all’agenzia Ansa il rappresentante Abderrahim Mouloudj – e nessuno ha fatto nulla, queste sono vittime del degrado e della politica mal gestita dell’integrazione».

Il vescovo: abbiamo una forte responsabilità verso queste persone. Questo il pensiero del vescovo di Reggio Emilia e Guastalla Massimo Camisasca: “Esprimo il mio profondo dolore per il tragico rogo avvenuto questa notte in via Turri a Reggio Emilia. Sono vicino nella preghiera alle vittime, che lasciano due figli orfani, ai loro famigliari, alle due bimbe che lottano per la vita in queste ore e ai loro genitori, ai feriti e alle decine di persone sfollate”.”Proprio alcuni mesi fa ho incontrato i residenti di questa zona in occasione della visita pastorale e ho potuto riscontrare in prima persona le enormi difficoltà che vive il quartiere – aggiunge -. La situazione è critica, di non facile soluzione. Mi appello a tutti: residenti, proprietari degli immobili, forze dell’ordine e istituzioni affinché si prenda coscienza che abbiamo tutti una grande responsabilità nei confronti di queste persone”.

Via Turri, la Cisl: è inaccettabile morire così. “Inaccettabile morire in casa in un quartiere che non riesce a trovare la propria identità nella Città del Tricolore”, nel porgere le condoglianze e la vicinanza alle famiglie coinvolte dal rogo di via Turri, a intervenire è William Ballotta, segretario Cisl Emilia Centrale che rivolge il primo pensiero alle bambine ora in camera iperbarica e ai numerosi intossicati. “Il nostro auspicio è che si riprendano quanto prima ma, quanto accaduto, deve servire da monito a cambiare le cose una volta per tutte”.
La Cisl Emilia Centrale è il sindacato dei lavoratori che ha sede proprio a poche decine di metri da dove è accaduto il tragico rogo.
“Negli anni – aggiunge Margherita Salvioli Mariani, segretaria generale aggiunta – abbiamo proposto iniziative a tema, sia come organizzazione che con le categorie dei pensionati e dei volontari dell’Anteas, le ultime delle quali la denuncia del caso contatori, progetti per i minori e l’ambulatorio per le persone più bisognose”.
“Ma è ancora inevaso – conclude il segretario generale Ballotta – il nostro appello a un tavolo comune per la soluzione e riqualificazione definitiva dell’area: chiediamo con urgenza che siano coinvolte tutte le parti e, sull’accaduto, sia fatta piena luce”.

Il presidente della Provincia Giorgio Zanni. Ci stringiamo con grande e sincero affetto, condividendone il dolore, alla comunità di Reggio Emilia, duramente colpita dalla tragedia di questa notte in via Turri.
Il nostro pensiero va, innanzitutto, alle due vittime e ai loro figli, che hanno perso entrambi i genitori: a loro desidero esprimere, a nome mio personale e della Provincia di Reggio Emilia, il senso di un profondo cordoglio e di un’autentica vicinanza.
Siamo altresì vicini alle persone rimaste intossicate, a partire dai più piccoli – ed alle loro famiglie – alle quali auguriamo di poter superare quanto prima questa drammatica notte.
Ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine, al personale medico e sanitario, ai magistrati, a tutti coloro che sono intervenuti in via Turri va il nostro sincero ringraziamento.
Non una parola, invece, per chi ha già iniziato a strumentalizzare politicamente questa tragedia – per altro ancora tutta da chiarire per quanto riguarda la sua esatta dinamica – mentre due ragazzi piangono la morte di entrambi i genitori e tante famiglie si preoccupano per le condizioni dei loro cari.

Reggio Emilia in Comune: Un abbraccio a via Turri. La nostra solidarietà ai familiari delle vittime ed ai feriti dell’incendio scoppiato la notte scorsa al civico 33.
Esplode con tutta la sua drammaticità la crisi abitativa in città, sì perché di questo si tratta. Dormire in alloggi di fortuna, scendere fino in gelide cantine per trovare riparo, é sinonimo di emergenza.
Rinnoviamo pertanto la richiesta al Comune di Reggio Emilia di aggiungere alle strutture già attivate per l’emergenza freddo i tendoni della Croce Rossa utilizzati per il terremoto del 2012 e creare nelle zone sensibili della città presidi coordinandosi con i servizi competenti e la Protezione Civile. Un servizio emergenziale anche per persone che hanno una residenza ma senza le utenze necessarie per passare l’inverno.
Pensiamo che il rischio possa estendersi anche alle migliaia di appartamenti in città con utenze staccate per morosità incolpevole.
Segnaliamo che da alcuni anni in diversi quartieri di Reggio Emilia, tra cui la via che costeggia la stazione, interi condomini si sono trovati senza acqua calda e riscaldamento dopo che Iren ha chiuso i rubinetti per situazioni di morosità.
Non si possono abbandonare le persone al freddo, lasciando che si scaldino con soluzioni di fortuna, mettendo a rischio la loro vita e quella di tutti i condomini. La gestione privata di Iren mette gli interessi economici e finanziari prima della dimensione sociale e ambientale.
Dobbiamo cambiare rotta, superando le politiche di austerità e di privatizzazione a favore di una gestione pubblica e partecipata dei beni e dei servizi fondamentali di tutte e tutti noi. Intanto chiediamo che anche in caso di morosità degli utenti un’utenza minima per le famiglie deve essere sempre garantita.Quando si parla di sicurezza questa dovrebbe essere una priorità; nessuno dovrebbe sentirsi insicuro nella propria casa. Notiamo infine una stridente contraddizione: proprio in questi giorni è partito il cantiere della maxiArena al campovolo, a poche centinaia di metri dal palazzo dove si e’ consumata questa tragedia. Prima delle grandi opere ci sono le persone.

Il cordoglio dell’Arci per le vittime. «In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu – spiegava Nelson Mandela – il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri». Nella giornata internazionale dei diritti umani la nostra città è vittima di una tragedia che non dovrebbe accadere in nessun luogo. Quanto è successo in via Turri chiama in causa tutti e ci fa pensare alle parole di Mandela e al legame che unisce l’intera umanità.

In queste ore di apprensione per i bambini e le persone che sono state colpite, vogliamo esprimere ai familiari delle vittime e alla comunità marocchina il nostro cordoglio. E guardare avanti per affermare ancora una volta che solo tenendo assieme i diritti di tutti, e tutte le diversità, potremmo costruire in un posto migliore.