Scappare dal virus su un monopattino

monopattini

Ricordo quando il 16 ottobre, superata la soglia dei 10.000 contagi, mi azzardai ad asserire che sarebbe stato necessario prendere misure e parole forti: “lockdown”. Prima avremmo fatto questa scelta, seppur impopolare, tanto prima ci saremmo ripresi, sotto tutti i profili. Anche se consapevole che ognuno debba far quadrare il proprio tornaconto, sono sempre stato sorpreso di come le amministrazioni gestiscono il patrimonio pubblico a compartimenti stagni.

Tutti sono dotati di scarsa lungimiranza, mirano al risparmio immediato, senza tener conto che molto spesso nel lungo periodo le spese si moltiplicano enormemente. “Chi più spende meno spende”, dicevano i nostri vecchi: bisogna fare scelte coraggiose, decise e di “qualità”, che incidono molto meno sul deficit economico, piuttosto che procrastinare le decisioni fino al punto di non ritorno.

Stiamo assistendo a decisioni scellerate e farneticanti che lasceranno un segno indelebile nei libri di storia. I nostri discendenti leggeranno che per combattere la crisi del Covid il governo decise di dare bonus per biciclette e monopattini e di conferire altri 3 miliardi ad Alitalia, storica compagnia aerea che batteva bandiera italiana e che arrivò fino a un deficit di più di 10 miliardi per poter restare con i piedi ben piantati a terra (e non in volo), anziché investirli nel sistema sanitario.

Ciò che mi disorienta non sono le scelte economiche, non ho gli strumenti culturali per valutarli correttamente; ciò che mi sconcerta sono le scelte sociali e soprattutto sanitarie.

Queste mezze misure del mezzo coprifuoco, della mezza chiusura e dei mezzi colori sono tutti specchietti per allodole, manovre di captatio benevolentiae per il popolo, palese dimostrazione che il governo sta arrancando e non ha assolutamente consapevolezza del disastro sanitario che ci sta annientando. Mezzi politici incitano a mantenere aperte le attività altrimenti le partite Iva muoiono: poco importa se muore l’intestatario, ma la partita Iva deve continuare a vivere, come se fosse un’entità superiore e autonoma.

Mezzi politici conferiscono premi, come il bonus per il monopattino, facendo credere che con queste misure efficaci, ecologiche e sostenibili ben presto si tornerà alla normalità.

L’elenco dei 21 criteri per le tre fasce del Covid, che non riescono e non possono essere rispettate. I positivi sono un numero enorme, il contact tracing è un miraggio, il monitoraggio della sorveglianza attiva è inesistente, i controlli al termine della quarantena sono impossibili – non per incapacità o menefreghismo, ma per mancanza di forza lavoro in una situazione di grave emergenza epidemica.

Finché noi tutti non ci renderemo conto di quanto sia pesantissima questa calamità che ci è piombata addosso, dapprima inaspettata e poi sottovalutata, la situazione non potrà migliorare, ma porterà a un odio fraterno con enormi sensi di colpa, povertà economica e culturale che non riusciremo mai a superare e sanare definitivamente.

Reggio per il momento sta reggendo benissimo, ha “solo” 17 degenti in terapia intensiva e 285 ricoveri in non intensiva, comunque 7-8 volte di più rispetto al 16 ottobre, quando dichiarai la prima allerta.

L’idea di colorare le 20 regioni della lunga Italia, basandosi su tre colori e 21 criteri, è assurda: le variabili che interferiscono tra una regione e l’altra sono tantissime e rendono questo tentativo incredibile, irrealizzabile ed epidemiologicamente ridicolo. Spero di sbagliare, ma quando arriveremo al lockdown sarà sempre troppo tardi: sarà come aver creduto di poter scappare dal Covid a cavallo di un monopattino.