Il punto della pandemia in Italia: Rt in lieve calo (1.20), ma vola l’incidenza dei contagi (155)

laboratorio Covid

La prima riunione di dicembre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha fatto il punto sulla quarta ondata dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, con un aggiornamento della situazione che ha evidenziato luci (il lieve calo dell’indice Rt) ma anche ombre (l’incidenza dei contagi in forte aumento).

Secondo i numeri del ministero e della Protezione civile, il valore dell’indice di trasmissibilità medio – calcolato sui casi sintomatici – dell’infezione da virus Sars-Cov-2 è a quota 1,20 (range: 1,12 – 1,28), in leggera diminuzione rispetto all’1,23 della rilevazione precedente; un dato che rimane comunque per la quinta settimana consecutiva sopra la soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).

È in diminuzione, inoltre, anche il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero: un valore sceso rispetto alla rilevazione precedente da 1,15 a 1,09 (range: 1,05 – 1,12), ma anch’esso ancora al di sopra della soglia epidemica.

In crescita, invece, la pressione sulle strutture ospedaliere, anche se la situazione generale non è ancora arrivata ai livelli di guardia (se non in alcune regioni o province autonome, già finite o pronte a finire a breve in zona gialla): il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è salito dal 6,2% del 25 novembre al 7,3% del 2 dicembre, mentre il tasso di occupazione in aree mediche nello stesso periodo ha fatto registrare un incremento dall’8,1% al 9,1%.

Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia ha confermato, purtroppo, anche il trend al rialzo dell’incidenza settimanale dei contagi, che ha fatto registrare un altro rilevante aumento, passando da 125 a 155 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100.00 abitanti; un valore che per la quinta settimana consecutiva è al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).

È ancora in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (30.966, rispetto ai 23.971 del monitoraggio precedente), mentre è in leggera diminuzione (dal 34% al 33%) la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti. Stabile, invece, la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45%), mentre è risultato in leggero aumento (dal 21% al 22%) il numero dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.

Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico delle regioni e delle province autonome, secondo l’ultima rilevazione una regione è classificata a rischio basso, nessuna a rischio alto, mentre sono 20 le regioni e le province autonome considerate a rischio moderato; due di queste, però, sono ritenute ad alta probabilità di progressione verso uno scenario peggiore. Tredici tra regioni e province autonome hanno riportato un’allerta di resilienza, mentre nessuna di loro ha riportato molteplici allerte di resilienza.