Reggio, giallo sul dissequestro Inalca. Comitato Amianto Zero: “O il sindaco non conta nulla, o Afeva mente”

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Continuano a far discutere le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi alla stampa locale da Davide Vasconi, portavoce di Afeva Emilia-Romagna (l’Associazione familiari e vittime dell’amianto), sul devastante incendio divampato nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi nell’area del polo industriale di via Due Canali, a Reggio, e sulla gestione della successiva fase post-emergenziale.

Per il Comitato Amianto Zero di Reggio, “ci sarebbe davvero da ridere se non ci fosse di mezzo una tragedia senza precedenti. Se davvero, come oggi viene affermato, l’area era dissequestrata già dal 24 aprile, allora ci troviamo davanti a due sole possibilità: il sindaco, la giunta comunale e persino la Cgil non contano assolutamente nulla, visto che per mesi hanno dichiarato pubblicamente che non era possibile intervenire per via del sequestro dell’area ancora in corso; oppure Davide Vasconi sta mentendo, per finalità che poco hanno a che fare con la salute dei cittadini”.

“Davvero Afeva Cgil, che vanta ‘interlocuzioni quotidiane’ con la Asl, i vigili del fuoco e perfino la Prefettura, non ha mai saputo nulla del dissequestro? Chi rappresenta realmente Afeva Cgil? Quale potere contrattuale è davvero in grado di esercitare? E se invece sapeva, perché ha continuato a raccontare che non si poteva agire?”.

Del resto, secondo il comitato, “la versione della bonifica a lieto fine delle aree contaminate da amianto, così cara a Vasconi, è stata smentita dal sindaco Massari con affermazioni nette e chiare: ‘Inalca è una vicenda estremamente complessa, da tutti i punti di vista: per l’estensione dell’incendio, 20mila metri quadrati, c’è stata un’esplosione; frammenti di amianto sono arrivati a circa un chilometro di distanza […] Però sì, ci sono stati dei ritardi‘”.

“Per mesi ci siamo sentiti dire, da corifei e turiferari, che l’assessore Bonvicini e la giunta avevano le mani legate, che l’area era sotto sequestro e nessun intervento di bonifica poteva essere realizzato. E oggi scopriamo che si trattava di pietose bugie. Se è vero che l’area era liberamente accessibile da aprile, allora qualcuno ha preso in giro un intero quartiere lasciando marcire tonnellate di carne sotto le macerie di un impianto che, era risputo, prima o poi avrebbe provocato la catastrofe in atto”.

“Noi non ci stiamo”, ha attaccato il Comitato Amianto Zero: “Non ci stiamo a essere usati come carne da macello in una guerra di posizionamento tra sedicenti e sediziosi sindacalisti della domenica e una classe politica affezionata alla democrazia dei like, ma assolutamente incapace di affrontare i problemi della città, ormai allo sbando. Chiediamo verità e responsabilità. Pretendiamo che ai cittadini sia restituito un quartiere finalmente bonificato sul serio e non per finta. Chi sapeva del dissequestro e ha taciuto, deve risponderne. Chi ha mentito per coprire ritardi e inadempienze, deve essere smascherato. Chi continua a usare le paure dei cittadini per fare propaganda, deve essere fermato. Continueremo a vigilare e a denunciare le finte bonifiche e le inadempienze di chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini”.



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