Gaza, con il “cessate il fuoco” scatta la festa di palestinesi e famiglie degli ostaggi

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Con l’approvazione dell’accordo di pace da parte del governo israeliano, poco dopo la mezzanotte (ora italiana) tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre è entrato ufficialmente in vigore il “cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza, come previsto dal documento siglato giovedì mattina in Egitto dalle due parti – Israele e Hamas.

Entro le prossime 24 ore l’Idf (l’esercito israeliano) si ritirerà fino alla cosiddetta “linea gialla”, indicata nelle mappe allegate all’accordo: a quel punto Hamas avrà 72 ore di tempo per rilasciare, in un’unica “consegna”, tutti gli ostaggi dell’attacco del 7 ottobre 2023 ancora vivi in mano alle cellule della milizia islamista.

L’entrata in vigore ufficiale dell’accordo è stata accompagnata da scene di giubilo su entrambi i fronti: nella Striscia di Gaza, ovviamente, martoriata da due anni di bombardamenti e distruzione, con i palestinesi scesi in strada per festeggiare l’accordo; ma anche in Israele, dove in particolare le famiglie degli ostaggi ancora prigionieri hanno accolto con grande speranza e commozione la notizia dell’ormai imminente ritorno a casa dei propri cari.

Nel frattempo, proprio in Israele cresce l’attesa per il previsto arrivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, atteso in Medio Oriente nella mattinata di lunedì 13 ottobre. Stando al programma (ancora provvisorio) della sua visita, Trump dovrebbe atterrare all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv intorno alle 9.20 di lunedì, ossia prima dell’inizio della festività ebraica di Simchat Torah. Dopo il suo discorso al Parlamento israeliano, la Knesset, il presidente statunitense concluderà la sua breve visita rientrando in patria senza ulteriori incontri o cerimonie speciali.



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