“Altro che dimissioni, Paolo Burani non è uscito dal ‘sistema’ Dinamico Festival, e ha continuato a incassare incarichi e compensi”: la denuncia arriva da Cristian Paglialonga, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Reggio, che aggiunge così un’altra puntata alla polemica estiva tra il gruppo di opposizione e il consigliere regionale reggiano di Alleanza Verdi-Sinistra.
Da un accesso agli atti di Fratelli d’Italia, spiega Paglialonga, “emerge che Paolo Burani non ha mai realmente lasciato il Dinamico Festival, come da lui pubblicamente dichiarato, ma ha continuato a ricoprire incarichi operativi e a percepire compensi economici nel 2022, un anno dopo aver annunciato le presunte dimissioni nel 2021. Tutto ciò mentre il festival riceve finanziamenti pubblici, i cittadini pagano anche il biglietto di ingresso e Burani, da consigliere regionale, dovrebbe garantire trasparenza ed etica istituzionale”.
Dai verbali del Comune di Reggio (2020-2024) risulta che Burani avrebbe partecipato ai sopralluoghi come direttore di produzione/responsabile sicurezza, e che nel 2022 avrebbe percepito 1.150 euro come responsabile della produzione tecnica dell’area Parco del Popolo: “Una bugia istituzionale”, per il capogruppo Paglialonga, “che mina la credibilità non solo personale, ma dell’intera amministrazione che lo ha sempre coperto. Non è certo la prima volta che Burani fugge dalle proprie responsabilità: già nel 2019 chiuse il telefono in faccia ai giornalisti che gli chiedevano conto delle sponsorizzazioni Conad e dell’abbattimento delle querce in via Luxemburg. Ieri scappava alle domande, oggi nasconde i documenti: stesso metodo, stesso disprezzo per i cittadini”.

Ma il capogruppo di Fratelli d’Italia in sala del Tricolore non risparmia nemmeno la maggioranza: “Sono gravissime anche le parole della consigliera Boni (Pd), che difende Burani attaccando noi. Ma la Boni non difende la cultura: difende un sistema di potere che usa gli eventi culturali per distribuire incarichi, soldi pubblici e sponsorizzazioni agli amici’. I cittadini pagano due volte, con le tasse e con il biglietto, mentre loro incassano”.
Tornando a Burani, per Paglialonga “è scandaloso che un consigliere regionale senta il bisogno di mentire per nascondere i ruoli e gli incassi legati al Dinamico Festival. Burani ha tradito la fiducia dei cittadini: nel 2022 non solo ricopriva ruoli indispensabili per la realizzazione dell’evento, ma ha persino assunto nuovi incarichi e percepito denaro da una manifestazione dalla quale sosteneva di essersi dimesso nel 2021. Perché nascondere tutto? Cosa doveva coprire? Questa non è cultura, è business politico. Se ha un minimo di dignità, si dimetta. E alla Boni diciamo: vergognatevi di coprire questo sistema che
umilia Reggio e trasforma la città in una vetrina per interessi privati mascherati da socialità. Il problema non è il Dinamico Festival, ma la trasparenza nella gestione del denaro pubblico. Un principio che, a quanto pare, in casa Pd tra bugie, conflitti d’interesse e conflitti di cassa risulta sempre più difficile da comprendere”.







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