Forzarono un posto di blocco a San Polo d’Enza con un’auto rubata: denunciati dopo due anni grazie ai Ris

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Poco dopo la mezzanotte del 12 giugno del 2019 i carabinieri di San Polo d’Enza (in provincia di Reggio), nel corso di un servizio di controllo del territorio a Canossa, avevano intercettato e intimato l’alt in via Val d’Enza Nord a un’autovettura – che era stata segnalata come “sospetta” – con a bordo tre persone: gli occupanti della Bmw, risultata poi rubata a Sant’Ilario una decina di giorni prima, alla vista dei militari avevano forzato il posto di blocco dandosi alla fuga.

Ne era nato un inseguimento che era terminato lungo la strada provinciale 12, nel territorio comunale di Montecchio Emilia; qui, all’altezza dell’intersezione con via per San Polo d’Enza, il conducente aveva perso il controllo dell’auto, uscendo di strada e danneggiando il veicolo in maniera tale da non poter proseguire oltre. Dalla macchina erano scesi tre uomini che, scappando a piedi in mezzo ai campi circostanti, erano riusciti a dileguarsi.

All’interno dell’auto era stata immediatamente rilevata la presenza di tracce di sangue, conseguenza del ferimento di almeno uno dei tre occupanti in seguito allo schianto, ed erano stati trovati strumenti da scasso (un “piede di porco” e una mazza) e accessori di abbigliamento per nascondere il volto (cappelli e passamontagna); tutto il materiale era stato sottoposto a sequestro.

Per risalire all’identità dei tre fuggitivi, i militari di San Polo hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione a far effettuare al Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Parma alcuni accertamenti tecnici sui reperti sequestrati, per la successiva comparazione dei profili biologici così individuati con quelli già presenti nella banca dati nazionale del Dna.

Grazie al lavoro dei carabinieri del Ris, le indagini hanno permesso di individuare tre profili genotipici riconducibili in maniera inconfutabile ad altrettante persone di nazionalità moldava (di 28, 32 e 39 anni) residenti a Parma e già condannate per reati contro il patrimonio: due di loro si trovano attualmente in carcere, l’altro è agli arresti domiciliari. Alla luce degli esiti investigativi, i tre sono stati denunciati alla procura di Reggio per i reati di ricettazione (per l’utilizzo dell’auto rubata) e possesso di oggetti atti allo scasso.