Festival Toscanini, al via dal 5 giugno a Parma

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Il sovrintendente e direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini Alberto Triola ha presentato il programma ufficiale del primo Festival Toscanini. Un’edizione ricca ed articolata, che fa seguito all’edizione ‘zero’ dell’anno scorso forzatamente limitata dall’emergenza pandemica.

«Si tratta di un festival musicale incentrato sulla figura e sul ruolo storico oltreché artistico di Arturo Toscanini – ha chiarito Triola – e che abbraccia lo scorcio del XIX secolo e i primi decenni del Novecento. È concepito come dialogo tra espressioni artistiche diverse, in un singolare contrappunto di punti di vista tra musica, arti figurative e applicate, colte in uno straordinario periodo della storia culturale del nostro paese e del continente europeo».

Al centro di buona parte degli eventi (un’Opera, 16 concerti e un convegno) troveremo ovviamente l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini; per tutti, ormai, semplicemente ‘La Toscanini’. Ma la mole degli artisti coinvolti nel folto cartellone è veramente impressionante.

Manifesto del Festival

Il rapporto tra ideale e reale, tra bellezza dell’arte e brutalità delle azioni umane è anche il tema riflesso nel manifesto d’autore scelto per la prima edizione: l’immagine fotografica di Mustafa Sabbagh – che ritrae un gesso canoviano della Gypsoteca di Possagno mutilato dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale – è il punto di partenza, ed è stata esposta all’intervento della mano di Omer Meir Wellber che la reinterpreta con un gesto grafico di particolare intensità.

“Non sono un pittore – ha sottolineato Omer Meir Wellber – ma la pittura rappresenta il mio rifugio fin dall’infanzia. Il passato non va ignorato, ma nemmeno bisognerebbe dargli eccessivo peso: deve essere sempre alimentato nelle scelte dei programmi, ma desidererei farlo con il medesimo atteggiamento con cui ho rielaborato la foto: considerandolo come un traguardo già conquistato e nel contempo un territorio vergine”.

Omer Meir Wellber, direttore artistico del festival (ph. Luca Pezzani)
Tanti eventi dal carattere diverso
Visti sotto questo angolo di visuale, molti degli appuntamenti del Festival Toscanini – ospitati, oltre che in numerose sedi nella città di Parma, anche a Traversetolo, Busseto, Reggio Emilia, Ripalta Guerina, Vernasca, con una puntata a Lucca – vedono spuntare, in un modo o l’altro, la figura del grande direttore parmense.

Non solo attraverso la musica lirica e sinfonica, suoi ambiti d’elezione, ma in egual modo attraverso la musica da camera e la musique de salon, due generi che godono di ampio spazio – anche con la rievocazione delle serate musicali in Casa Toscanini, all’Isolino – ed attraverso inediti ed audaci accostamenti con la musica jazz ed etnica, offerte buone per attirare il pubblico più giovane. E magari proponendo una variegata serata dal profumo kletzmer.

Il Festival decollerà domenica 5 giugno all’Auditorium Paganini con un concerto in parte sinfonico, in parte operistico: dopo una pagina di Ravel, sarà infatti presentata in versione semiscenica il primo cimento operistico di Giacomo Puccini – un anticipo delle celebrazioni del centenario dalla morte, nel prossimo 2024 – cioè Le Willis (INFO E BIGLIETTI, nella primigenia sua versione mai rappresentata in tempi moderni. Sul podio Omer Meir Wellber, direttore artistico del festival. L’opera sarà replicata il 7 giugno giugno al Teatro del Giglio di Lucca, coproduttore dell’evento.

Orchestra Toscanini (ph. Luca Pezzani)

Fabio Luisi dirigerà l’Orchestra Toscanini (ph. Morten Abrahamsen)
Si termina con il Beethoven kolossal
Il 12 luglio, a suggello della manifestazione, Fabio Luisi dirigerà l’Orchestra Toscanini e la Camerata Musicale di Parma nella possente Nona Sinfonia di Beethoven, manifesto di profonda umanità. Lo spazio, quello della bellissima Piazza del Duomo di Parma.

Per gli appassionati del belcanto, segnaliamo però che non mancherà, in occasione del centenario della nascita, un omaggio alla grande Renata Tebaldi ed alla sua“voce d’angelo”, con la Toscanini diretta a Busseto da Giuseppe Montesano, con brani sinfonici ed arie d’opera affidate a Barbara Frittoli, considerata a livello mondiale una delle massime interpreti del repertorio italiano.