Elezioni, “strappo” sulle liste Pd e la minoranza non vota. Casini a Bologna, Lorenzin a Modena

Sono quasi le quattro del mattino tra venerdì 26 e sabato 27 gennaio quando la direzione del Partito Democratico ha approvato le liste per le elezioni politiche 2018, anche se la minoranza interna del partito ha deciso di non partecipare al voto in polemica con il segretario nazionale Matteo Renzi.

Per quanto riguarda gli alleati è stata l’Emilia a venire in soccorso dell’ex premier: sono stati sciolti i dubbi sul ministro uscente della sanità Beatrice Lorenzin, che correrà per la Camera a Modena, e sull’ex Udc Pierferdinando Casini, che correrà a Bologna. A Riccardo Nencini, invece, è stato affidato il difficile collegio di Arezzo per il Senato.

L’ex premier Renzi correrà nel collegio Firenze 1 alla Camera e nei listini di Umbria e Campania. Il presidente del consiglio uscente Paolo Gentiloni, invece, si batterà nell’uninominale a Roma, nel plurinominale nelle Marche e in Sicilia. Moltissime conferme tra i renziani, ma anche alcune new entry: nelle liste ci sono infatti il costituzionalista Stefano Ceccanti e il portavoce di Gentiloni (e già portavoce di Renzi) Filippo Sensi, mentre Roberto Giachetti sarà all’uninominale in Toscana, a Sesto Fiorentino.

Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata dall’acido, correrà nell’uninominale a Parma. In Campania, invece, è comparso in lista il nome di Franco Alfieri, che fu al centro del caso "fritture" da offrire nella campagna per il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Confermata, infine, la candidatura del presidente del gruppo S&D Gianni Pittella e di Maria Elena Boschi nel collegio di Bolzano.

"Non c’è stata nessuna trattativa o braccio di ferro perché i nomi li sentiamo solo ora, non li abbiamo neanche letti", ha sottolineato Andrea Orlando, parlando anche a nome di Gianni Cuperlo e Michele Emiliano. Dopo l’approvazione delle liste, ci saranno ventiquattro ore di tempo per gli eventuali ricorsi.

Nonostanto questo, Renzi ha rivendicato il lavoro fatto: "È stata una delle esperienze più devastanti che abbia vissuto ma da domani dobbiamo fare una grande battaglia: la squadra avversaria è meno forte di noi. Le liste non troveranno la totale condivisione, ma è giusto che un’assemblea democratica possa dare la propria valutazione". Il segretario dem è ottimista: "Abbiamo una straordinaria occasione di recuperare" nei sondaggi, "grazie anche alle divisioni del centrodestra".