Danza, la nuova stagione ai Teatri di Reggio

Tre prime nazionali ma soprattuto, un panorama della migliore danza contemporanea internazionale: la Stagione di Danza 2018 – 2019 della Fondazione I Teatri Reggio passa per sette compagnie e otto coreografie.
Si parte il 29 settembre 2018 con la Compagnie Wang Ramirez, coppia franco-spagnola-tedesca-coreana inseparabile nella vita e sulla scena, in Everyness, in prima nazionale.
 
Vero e proprio caleidoscopio di immagini e sensazioni, Everyness è uno spettacolo magico, in cui i due artisti esplorano l’ampio spettro emozionale che una relazione contempla, a cavallo tra l’amore, l’amicizia, l’indifferenza e la gelosia. Affiancata da tre danzatori della Compagnia, la coppia si esibisce in una carismatica fusione fortemente contemporanea di diversi linguaggi corporei, tra cui l’hip-hop e le arti marziali. Sul palcoscenico, riempito da effetti contrastanti di luce e suoni, l’ensemble sembra persino conoscere l’arte del volare quando si immerge coraggiosamente nel vortice di sentimenti.
 
Bach Project (19 ottobre) permette alla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto di centrare obiettivi ben precisi: dare spazio sia ai maestri riconosciuti che ai giovani talenti, ma anche tornare a creare un pezzo con musica dal vivo.
 
La serata prevede una creazione di Jiří Kylián del 1990, Sarabande, ispirata dalla musica di Johann Sebastian Bach.
 
Una creazione dall’affascinante struttura circolare, con una capacità di muoversi tra livelli musicali ed espressivi diversi che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità.
 
Una nuova creazione, Domus Aurea, ispirata anch’essa alle musiche di Bach, è stata invece affidata a Diego Tortelli, il giovane coreografo che nel 2018 si avvale di un accompagnamento produttivo della Fondazione Nazionale della Danza anche su altri progetti, e che in questa occasione ha coinvolto nella creazione l’artista visivo Massimo Uberti.
 
Figura di riferimento della danza contemporanea, Anne Teresa de Keersmaeker si distingue da tempo non solo per la sua continua ricerca coreografica a partire dal rapporto centrale con la musica, ma anche per il lavoro di recupero e riproposizione alle nuove generazioni di lavori storici del suo repertorio in un’ottica di contemporanea storicizzazione di lavori nati in e per contesti diversi.
 
Achterland (31 ottobre) diventa quindi occasione per rileggere con una nuova consapevolezza creazioni innovative che grazie alla forza e alla visione artistica dei loro creatori hanno mantenuto nel tempo una straordinaria contemporaneità.
 
Creazione fondamentale nel percorso di De Keersmaeker, in questo spettacolo la coreografa per la prima volta pone al centro della scena i musicisti dando loro un ruolo attivo nella dinamica dello spettacolo.
 
L’insolito affiancamento della musica di Ligeti a quella di Ysaÿe diventa così fonte di ispirazione per realizzare una partitura danzata in cui il virtuosismo energetico convive in un delicato equilibrio con la sua stessa decelerazione.
 
Con Callas del Ballet du Grand Théatre de Génève (13 gennaio) Reinhild Hoffmann, figura emblematica del Tanztheater, affronta il mito di Maria Callas, ma senza proporre  un lavoro biografico. I differenti quadri che compongono lo spettacolo non fanno da eco agli avvenimenti della vita della cantante. Callas è anche un’ode al teatro: la scenografia è composta da un sipario rosso sul fondo della scena, simbolo dello splendore di un teatro lirico del XIX secolo, attraverso cui si sviluppa la vita della Callas.
 
Torna a Reggio William Forsythe (13 febbraio) con A quite evening of dance, una nuova serata firmata Sadler’s Wells, composta da quattro creazioni di William Forsythe, il grande coreografo americano che vanta una carriera di ben 45 anni di attività. Una nuova produzione articolata in due parti – la prima per tre danzatori, la seconda per sette – e due brani dal repertorio del coreografo americano, DUO2015  e Catalogue.
 
Sidi Larbi Cherkaoui, coreografo belga cresciuto nelle fila di Alain Platel / les ballets C de la B, trae ispirazione dal deserto  come luogo di libertà e di isolamento per Nomad (19 marzo in prima nazionale), dove disegna un mosaico a partire dai suoi elementi animati e inanimati.
 
LOVA (14 aprile in prima nazionale) è la creazione di Sharon Eyal già danzatrice di Batsheva, per Batsheva- The Young ensemble, la compagnia giovanile fondata da Ohad Naharin nel 1990 – quando il coreografo fu nominato direttore artistico di Batsheva Dance Company – con l’intento di promuovere e sviluppare un virtuoso processo di crescita artistica di giovani danzatori ma anche di un pubblico più giovane.
 
Nuovi abbonamenti da sabato 30 giugno.
 
Biglietti in vendita online da martedì 4 settembre, in biglietteria da sabato 8 settembre.