Costa (Pd): Renzi? A Reggio nessun riflesso

Andrea Costa

Andrea Costa, segretario provinciale del Partito democratico a Reggio Emilia e sindaco di Luzzara, dopo l’uscita dai dem dell’ex leader Matteo Renzi, commenta: “Non vi è stato nessun risvolto nella nostra comunità locale”. Come a dire, qui a Reggio, storica roccaforte della sinistra incastonata nel cuore dell’Emilia, nessuno seguirà l’ex premier nella sua nuova avventura.

Cosa ne pensa della mossa di Renzi?

“Non demonizzo e non drammatizzo.
Non voglio polemizzare sulle scelte e le motivazioni che hanno portato Renzi all’uscita dal Pd e penso che sarà un interlocutore per il futuro, con il quale, molto probabilmente, si dovrà venire a patti.
E non drammatizzo neppure la fuoriuscita di una pattuglia di parlamentari insieme all’ex segretario, perchè credo che questo non mini in nessun modo il Partito democratico che è e resta un architrave fondamentale del centrosinistra in Italia”.

Pensa che la fuoriuscita di Renzi abbia degli echi nel Pd di Reggio Emilia?

“Non ci saranno riflessi nelle amministrazioni e nella comunità politica. Uno dei limiti nelle azioni di Renzi è proprio la mancanza di forza del riverbero nei territori locali.
In Parlamento è nata una scissione e ora si pensa di poterla fare ricadere sui territori, mentre a mio avviso i nuovi partiti dovrebbero nascere sulla spinta di donne e uomini mossi da una nuova sensibilità culturale e politica differente.
E’ una scissione a freddo, che parte dall’alto e non dal basso. Un fatto che la rende, oltretutto, inutile sul piano della prospettiva politica”.

A livello nazionale la fuoriuscita di Renzi danneggerà la neonata alleanza coi 5Stelle?

“Inutile lanciarsi in pronostici. Di certo è un errore strategico sul piano del dibattico politico.
Spostando l’attenzione sulla scissione si occupa lo spazio del dibattico politico che ritengo sarebbe più utile e anche necessario dirigere verso la risoluzione dei tanti problemi dell’Italia che sono stati addirittura acuiti nei 15 mesi del governo del cambiamento.
In questo momento storico speravo di poter riprendere il dibattito pubblico per spiegare perché il partito democratico ha scelto di incaricarsi della responsabilità di una difficile alleanza, utile però a rimediare ai guai di una politica di solo propaganda. In questo senso la scissione danneggia il dibattito pubblico, perché sposta l’attenzione su Renzi e sui moventi strategici dei parlamentari”.