Coronavirus, stretta del governo: stop alle discoteche, mascherine dalle 18 alle 6 anche all’aperto se si rischia assembramento

discoteca luci

Il ministro della salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che da lunedì 17 agosto sospende in tutta Italia le attività del ballo nelle discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico (sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento, lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive), sia all’aperto che al chiuso.

L’ordinanza, inoltre, introduce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi in cui c’è rischio di assembramento, in particolare “negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico” e negli spazi pubblici (come piazze, slarghi, vie e lungomari) in cui è più facile che si possano formare assembramenti “anche di natura spontanea e/o occasionale”.

Per evitare il far west di indicazioni locali più permissive, come già avvenuto a inizio agosto (dopo il Dpcm dello scorso 7 agosto, infatti, diversi presidenti di Regione avevano firmato ordinanze per consentire l’attività dei locali da ballo), l’ordinanza ministeriale precisa che le Regioni potranno introdurre ulteriori misure “solo in termini più restrittivi” rispetto alle indicazioni del governo.

Due i fattori che hanno portato a questa decisione: l’aumento pressoché costante, nelle ultime settimane, dei nuovi casi positivi scoperti (che sono stati 3.351 solo nell’ultima settimana, con picchi quotidiani che non si registravano dal mese di maggio) e la situazione negli altri paesi europei: “I numeri del contagio in Italia, anche se sono tra i più bassi in Europa, sono in crescita”, ha spiegato il ministro Speranza, “non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza”.

D’accordo con la linea del governo il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che già nei giorni scorsi aveva imposto una stretta: “Le discoteche, i cui gestori nessuno vuole criminalizzare, sono luoghi dove i rischi sono maggiori per ragioni oggettive”.