Confcooperative di Reggio, che venerdì 4 maggio nella sede di Largo Gerra ha incontrato i caseifici aderenti, ha preso una posizione netta sulla delicata situazione in cui si è venuto a trovare il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli, eletto un anno fa alla guida dell’ente di tutela in nome dei caseifici indipendenti e ora presidente in pectore della Coldiretti di Parma e di quella dell’Emilia-Romagna.
Per Confcooperative "Bertinelli deve fare un passo indietro: il Consorzio del Parmigiano Reggiano è simbolo di aggregazione e unità dei produttori e non può essere usato come trampolino di lancio per incarichi di parte che rischiano di dividere il mondo agricolo e di generare conflitti in materia di rappresentanza dei prodotti tipici".
Per l’associazione economica reggiana "è molto più di una questione personale: il suo possibile alto incarico (acquisito dopo l’elezione da "indipendente" a presidente del Consorzio) è in un’associazione di categoria che, peraltro, non rappresenta direttamente i consorziati, cioè i caseifici sociali (in stragrande maggioranza), gli aziendali e gli industriali".
"A nessuno è impedito di essere contemporaneamente presidente di un’associazione e del Consorzio – ha specificato Confcooperative – ma come è accaduto anche in passato questa condizione è sempre stata chiara ai soci del Consorzio al momento del voto, assicurando una possibilità di scelta trasparente e consapevole".
Nelle sue dichiarazioni, secondo Confcooperative, "Bertinelli prova a dipingere il passaggio come un’opportunità, per i produttori, di contare di più in tante sedi, dimenticando due fatti essenziali: il primo è che come dirigente di un’organizzazione come la Coldiretti non potrebbe più rappresentare unicamente il Parmigiano Reggiano, bensì tutte le Dop (comprese quelle in competizione) che ricadono sul territorio, esponendosi a patteggiamenti e compromessi che non si conciliano con l’unicità del Parmigiano Reggiano; il secondo è che questa scelta spacca quel mondo agricolo che in questi anni ha trovato nuovi e forti elementi di unità (rappresentati, ad esempio, da Agrinsieme, in cui confluiscono Cia, Confagricoltura, Agci, Confcooperative, Legacoop e Ugc-Cisl) ai quali l’unica organizzazione rimasta estranea è proprio la Coldiretti".
Sullo sfondo, inoltre, rimane anche la questione della centrale cooperativa (denominata Uecoop) che la Coldiretti sta cercando da anni di lanciare e che, secondo Confcooperative, sarebbe "in palese competizione" con le organizzazioni storiche della cooperazione: "È inaccettabile anche solo l’ipotesi che Bertinelli possa esercitare la doppia influenza di presidente del Consorzio e di Coldiretti per portare adesioni di imprese agricole a Coldiretti e di imprese cooperative a Uecoop".
"Proprio per il rispetto che portiamo alla Coldiretti – ha aggiunto Confcooperative di Reggio – ribadiamo che la trasparenza e la libera adesione sono principi democratici irrinunciabili, ed è inquietante anche solo il fatto che Bertinelli si presti a gettare ombre sul rispetto di questi valori, tradendo la buona fede dei consorziati. Bertinelli deve chiarire adesso da che parte sta, e deve farlo in nome di quell’indipendenza reale che, altrimenti, verrebbe usata strumentalmente per consentire a un’organizzazione di mettere le mani su un organismo che appartiene ai caseifici consorziati indipendentemente dalla loro natura giuridica e dalla loro adesione all’una o all’altra organizzazione".
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se questo era un rivoluzionario... più che altro sembra un banale personaggio che tuttora non ha idea di ciò che lo circonda
Stavo per scrivere le stesse cose. Per quanto posso vedere, l'"ardore guerriero" di questa fallimentare classe dirigente, legata mani e piedi agli interessi dell'egemone oltreoceano, […]