Cgil, Landini minaccia: sciopero generale se bloccano la Flotilla “per diritti, pace e Palestina”

Maurizio Landini Cgil Camera deputati Roma – CGIL

Mercoledì primo ottobre, durante la conferenza stampa convocata alla Camera dei deputati dalla delegazione italiana del “Global movement to Gaza”, è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, confermando la proclamazione di uno sciopero generale qualora la Global Sumud Flotilla, attualmente in navigazione verso la Striscia di Gaza, venisse bloccata dall’esercito israeliano.

“Credo che sia importante ringraziare e riconoscere il valore generale, internazionale che ha assunto la missione Global Sumud Flotilla”, ha detto Landini: “È stato non solo un gesto di coraggio e di dignità, ma un gesto che ha permesso di costruire una mobilitazione, rompere quel deserto, quel silenzio che si era costruito attorno a quello che stava succedendo a Gaza, in particolare attorno alle scelte di un governo, quello israeliano, che sta esplicitamente puntando al genocidio e alla cancellazione dell’esistenza stessa del popolo palestinese, del suo diritto di esistere e di vivere in pace come tutti gli altri popoli”.

La forza di questa azione, ha spiegato Landini, “è stata proprio quella di invitare tutti a non guardare da un’altra parte, a non abituarsi a questa violenza e a mobilitarsi in tutte le forme e le modalità possibili. Perché quello che sta succedendo e che sta facendo il governo israeliano è inconciliabile con il diritto alla pace, non solo con il diritto internazionale, ma con il diritto alla pace e alla vita di tutti i popoli e di tutte le persone”.

“È utile ricordare – ha detto il segretario generale della Cgil – che il diritto internazionale, nato dopo la Seconda guerra mondiale, è stato edificato con la lotta, in alcuni casi con il sangue, dalle persone che si sono battute per affermare la democrazia, per sconfiggere il fascismo e il nazismo. Le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali italiane hanno svolto un ruolo decisivo per affermare quei valori e per estenderli a tutti”.

Oggi, invece, “siamo di fronte alla necessità di ristabilire davvero un diritto alla pace per tutti, a partire dal riconoscimento del diritto all’esistenza di uno Stato palestinese. Abbiamo ritenuto necessario, come Cgil e in dialogo con altre organizzazioni sindacali, metterci al servizio della Global Sumud Flotilla e seguire questo percorso per essere nella condizione di utilizzare lo strumento più solidale e più forte di cui dispongono i sindacati: il diritto di sciopero”.

Di fronte all’eventuale blocco, al sequestro o all’arresto delle navi e degli attivisti e delle attiviste della Global Sumud Flotilla, ha dunque rilanciato Landini, “noi dichiariamo e confermiamo che siamo pronti alla proclamazione, in modo tempestivo, di uno sciopero generale che riguardi tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, pubblici e privati”.

Un simile blocco, secondo Landini, “determinerebbe due questioni: un attentato alla salute e alla sicurezza di chi è su quelle barche, persone che non sono semplici volontari ma lavoratori, anche italiani, che hanno preso aspettativa non retribuita per svolgere questa funzione; e un colpo all’ordine costituzionale, fondato non solo sulla nostra Costituzione, ma sulle carte dell’Onu e sulla Convenzione di Ginevra, che configurerebbe quasi un atto di guerra contro chi in modo non violento vuole svolgere una missione umanitaria e politica per riaffermare pace, libertà e democrazia”.

Per queste ragioni, ha aggiunto il segretario generale della Cgil, “siamo pronti a proclamare lo sciopero; certo nel rispetto della legge, ma utilizzando la possibilità prevista proprio in presenza di queste violazioni. Siamo pronti a mettere in campo nei prossimi giorni tutte le forme di mobilitazione necessarie. Questo significa mobilitazione in piazza, significa chiedere a tutte le persone di scendere in piazza per sostenere questa iniziativa. Perché l’obiettivo della Flotilla deve proseguire anche se la nave venisse bloccata: bisogna fermare il genocidio, riaffermare il diritto del popolo palestinese a esistere e ad avere uno Stato, riaffermare un diritto internazionale fondato sulla democrazia e la libertà delle persone, e non solo sulla logica del profitto e del mercato”.



C'è 1 Commento

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  1. Kursk

    Le immagini delle manifestazioni e delle devastazioni per le proteste propal in Italia (e non solo) dovrebbero convincere Hamas a presentarsi come alternativa politica anche nel nostro paese. Hanno un potenziale bacino di elettori già’ consolidato. Massari, Landini e soci potrebbero partire alla volta di Gaza per consegnare un nuovo Primo Tricolore nelle mani direttamente dei terroristi. Gemelliamoci addirittura!


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