Canali, piazzale Cimurri: uomo di sport

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“Piazzale Chiarino Cimurri, uomo di sport. 1938-2004”. Poche parole, sul cartello di toponomastica appena scoperto, per ricordare a tutti quella che il sindaco Luca Vecchi oggi ha definito “una persona di principi solidi, piena di entusiasmo, capacità di relazioni e d’impresa, e di gioia di vivere, a cui Reggio Emilia è grata: un uomo che ha voluto bene alla sua città, dandole prestigio e che non si è risparmiato in nulla per uno sport pulito e portatore di valori universali”.

Da oggi dunque il piazzale antistante il Circolo Tennis Reggio Emilia di Villa Canali, quello stesso Circolo che il dirigente sportivo reggiano fondò insieme ad altri appassionati sportivi negli anni Sessanta, è intitolato a lui, Chiarino Cimurri.

Alla cerimonia di intitolazione del piazzale, oggetto di un recente intervento di riqualificazione, oltre al sindaco sono intervenuti il grande campione di tennis Nicola Pietrangeli, amico fraterno di Chiarino Cimurri, Patrizia Pizzetti presidente del Circolo Tennis, Maurizio Margaria dirigente del Circolo Tennis e fin da bambino fra coloro che sono stati al centro delle cure sportive di Chiarino, Veronica Cimurri figlia di Chiarino in rappresentanza della famiglia. Padre Paolo Poli, dei Cappuccini, prima di impartire la benedizione, ha ricordato a sua volta con affetto le qualità umane di Chiarino e “quella sana ambizione che gli ha permesso di costruire molto per la sua famiglia e per gli altri”.

Fra i presenti, oltre a due classi della scuola primaria ‘Tassoni’ di Canali, l’assessore allo Sport del Comune di Reggio Emilia, Raffaella Curioni, i deputati Antonella Incerti e Andrea Rossi, altre autorità, tanti cittadini, amici, altri fondatori del Circolo Tennis e la famiglia Cimurri, fra cui la moglie di Chiarino, Giuliana, il fratello Giorgio e la sorella Raffaella, il nipote Giovanni.

Durante l’incontro sono state lette alcune delle numerose testimonianze di stima e affetto pervenute alla famiglia Cimurri per questa occasione.

Fra le altre, quelle di due grandi del tennis italiano e internazionale, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, amici del dirigente sportivo reggiano, e del presidente del Coni, Giovanni Malagò.

TESTIMONIANZE – Adriano Panatta: “Chiarino era un amico vero e un grande uomo di sport. Credetemi, sono due compiti difficili da svolgere, qualche volta in antitesi fra loro quando si ricoprono incarichi nello stesso ambito, che ti costringono a confrontarsi e a discutere. Ma in questo, Chiarino era un maestro. Con lui ho condiviso la gioia di molte vittorie, prima da giocatore poi da capitano di Coppa, quando Cimurri fu il consigliere federale addetto al settore tecnico e alla Davis. Parlare con lui, averlo al mio fianco, mi faceva stare bene: conosceva il gioco nel profondo, era amico dei giocatori, mostrava sensibilità e accortezza, sapeva prendere decisioni ma anche discuterle con chi le avrebbe dovute mettere in pratica. Questo deve fare un grande dirigente di sport, e questo Chiarino faceva, con quella grazia naturale che muove dalla convinzione che lo sport non possa escludere l’amicizia e la lealtà. Un esempio che purtroppo non è stato raccolto. Era questa la parte migliore di Chiarino Cimurri: la sensibilità, l’umanità, la signorilità, la tranquilla disponibilità a essere prima di tutto un amico. Sapeva mettere in campo l’amore per lo sport, la conoscenza delle regole e degli uomini, ma anche un sorriso, una battuta, e quella sua bella dote di saper stemperare; era l’uomo degli eterni inviti al ragionare assieme, ché in due, o in tre, o in tanti, diceva, alla fine si ragiona meglio. Del resto, era uomo di sport a tutto tondo. Per nascita, figlio di Giannetto, che fu massaggiatore di Coppi. Per pratica quotidiana: tennista, consigliere nella Federtennis di Galgani, presidente della Reggiana calcio, presidente della pallacanestro di Reggio Emilia e della Legadue del basket… Ma più ancora lo era per profonda convinzione, per naturale adesione, per il suo stesso modo di essere. Ed è questo – ben oltre i molti ruoli che si trovò a sostenere – che ne fece un uomo di sport moderno, migliore e differente dagli altri. E per questo indimenticabile”.

Paolo Bertolucci: “Impossibile dimenticare Chiarino. Nella vita si incontrano e si frequentano centinaia di persone ma ben pochi con il suo spessore. Mi ha trasmesso fiducia, virtù e gioia sempre liberi di separarsi senza separarsi mai. Mi ha inculcato valori essenziali come l’amore per la famiglia, per l’amicizia è per lo sport. Sarai sempre nel mio cuore. Grazie boss”.

Giovanni Malagò, presidente del Coni: “Chiarino Cimurri è stato un gigante del nostro mondo. Gli ha dedicato passione e capacità, risorse e idee, giocando sempre all’attacco e sposando progetti vincenti che hanno lasciato un segno indelebile (…). Ha saputo costruire favole speciali, dalla pallacanestro al calcio, passando per il tennis, con un entusiasmo travolgente che era il biglietto da visita più eloquente. È entrato nella storia, scrivendola a tinte forti, e credo che intitolargli il piazzale antistante al Circolo tennis Reggio rappresenti un tributo bello e doveroso per un personaggio che sapeva far parlare i fatti, senza lesinare i sorrisi, eleganti e mai banali. La sia città, quella cui lui ha saputo dedicare risorse ed energie con l’obiettivo di farla emergere, oggi ricambia con un atto simbolico ma dall’alto significato morale. A nome personale e del Comitato Olimpico nazionale italiano, interpretando i sentimenti dell’intero sport tricolore, mi unisco alla celebrazione di un uomo che ha saputo decodificare la vera essenza del mondo che gli apparteneva per definizione, nel solco di una tradizione familiare nata grazie a papà Giannetto ed ereditata insieme al fratello Giorgio, altro fine dicitore dei valori che ci caratterizzano e oggi portabandiera di un modo di essere diventato marchio di fabbrica inconfondibile”.

Paolo Belli: “Per tutti noi che abbiamo avuto l’onore di conoscere il Chiaro, abbiamo il dovere di trasmettere a tutti gli altri, che il suo modo di vivere era la ricetta giusta, ovvero: sorriso, generosità, passione e amicizia, senza pretendere niente in cambio. Solo la gioia di donare. Insomma la VITA”.

NOTE BIOGRAFICHE – Chiarino Cimurri, nato a Reggio Emilia il 3 settembre 1938, è stato un grande appassionato di sport, in particolare di tennis, calcio e basket. Un interesse che aveva ereditato dal padre Giannetto, famoso massaggiatore di Fausto Coppi e di tanti altri campioni al Giro d’Italia e al Tour de France, e che lo spinse continuamente verso nuove sfide e avventure. È stato inoltre un noto imprenditore nel settore della moda, titolare insieme alla moglie dell’azienda di abbigliamento sportivo “In Sport” con sede a Piacenza e della catena di negozi “Cimurri Sport” a Reggio Emilia.

Fino al 1995 Chiarino Cimurri fu l’uomo del tennis, prima come responsabile del settore tecnico maschile e accompagnatore della squadra di Coppa Davis, poi come consigliere nazionale della Federazione Italiana.

Poi arrivò il basket. Quando la Coopsette, che deteneva la quota di maggioranza della Pallacanestro Reggiana retrocessa in A2, decise di uscire dalla proprietà, una cordata di imprenditori e sportivi reggiani, fra cui anche Cimurri, parteciparono a un’operazione di salvataggio della squadra. Per due stagioni Chiarino visse l’avventura quasi defilato, poi quando la squadra salì in serie A1, il suo nuovo impegno di vice presidente coincise con l’arrivo dell’uomo che lui, più di tutti, volle a Reggio Emilia: Dado Lombardi. La società visse tutta la stagione sul filo di lana finché arrivò il play off in cui Reggio eliminò due grandi squadre del basket italiano, Milano e Treviso, mettendo paura alla Fortitudo Bologna nella semifinale di scudetto.

Con il basket era scoccata definitivamente la scintilla, che spinse Cimurri a prendersi via via più responsabilità sino alla stagione 1999-2000 quando assunse la carica di presidente, succedendo a Elio Monducci. Annata non fortunata, vista la retrocessione, ma l’anno dopo Chiarino ripartì alla carica per risalire subito in A1, prima della sconfitta in finale contro Livorno all’ultimo secondo. L’addio di Cimurri alla società, poi passata nelle mani di Stefano Landi, non fu un addio al basket. Via dalla Pallacanestro Reggiana, diventò subito presidente del secondo campionato professionistico italiano (giugno 2001), una creatura nata dalla separazione della vecchia Lega che un tempo univa A1 e A2. Dopo un anno di presidenza in Legadue, in cui Cimurri lanciò con grande entusiasmo la novità di trasmettere il basket la domenica alle 12, nel 2002 divenne presidente della Reggiana Calcio.