Campionessa senza bandiera rischia lo stop

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Ora si muove anche la Prefettura di Reggio Emilia sul caso di Alessia Korotkova, l’atleta siberiana di 21 anni cresciuta nel cuore dell’Emilia che ha presentato domanda di cittadinanza già nel 2017.

La campionessa, vincitrice di un titolo italiano juniores e quattro Coppe Italia, in un’intervista su Repubblica ha spiegato: “Ho presentato domanda alla Prefettura di Reggio due anni fa”, ma di essere ancora “in attesa di una risposta”. “Il paradosso – ha aggiunto – è che non posso nemmeno gareggiare per Mosca, perché non sono residente in Russia. Insomma non ho una casa davvero mia”.

Sulla vicenda è poi intervenuta il prefetto di Reggio Maria Forte: “La trattazione dei fascicoli avviene secondo un ordine cronologico da rispettare. Mi informerò al fine di verificare se eventualmente mancano dei documenti. Lungaggini burocratiche? Abbiamo un numero elevatissimo di pratiche e poi c’è una questione di determinate tempistiche dell’istruttoria. Prima del decreto Salvini il limite massimo per il rilascio era di due anni, ora si è allungato a quattro”.

Martedì primo ottobre il sindaco di Reggio Luca Vecchi ha chiamato la giovane atleta: “La sua storia personale e sportiva – ha detto Vecchi – è una bellissima storia in cui sacrificio, determinazione, passione sono stati gli ingredienti che insieme a straordinarie capacità tecniche le hanno consentito di diventare una grande promessa del taekwondo”.

“Come lei stessa ha dichiarato, purtroppo, non ci sono più le condizioni per continuare la sua esperienza sportiva. Per una volta non sono ragioni tecniche o personali a motivare l’abbandono. Alessia smette perché il paese in cui è cresciuta non è in grado di riconoscerle la cittadinanza e nemmeno il suo paese di origine può farla gareggiare. Quando si parla di diritti di cittadinanza a volte possono sembrare discorsi astratti. Non è così.Dietro al mancato conseguimento della cittadinanza ci sono sogni spezzati, vite cambiate. In una parola: meno libertà, meno civiltà”.

“Penso però – ha aggiunto il sindaco Vecchi – che non bisogna mai smettere di sognare e che i diritti non sono mai arrivati da soli. Penso che bisogna continuare a combattere. Penso che Reggio, la città intera, debba mobilitarsi e fare di tutto perché Alessia, insieme ai tanti ragazzi senza cittadinanza, si vedano riconosciuto ciò che meritano. Un riconoscimento pieno della dignità e dei diritti che gli spettano. Alessia oggi mi ha promesso che non mollerà e noi abbiamo il dovere di aiutarla a realizzare il suo sogno.
Forza Alessia, Reggio Emilia è con te”.