Bologna, condannato all’ergastolo organizzava estorsioni dal carcere

I carabinieri del reparto operativo di Parma, che hanno dato esecuzione a una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari a suo carico e nei confronti di un complice che gli aveva fornito il telefono (il suo compagno di cella, il 49enne S.V., anch’egli ergastolano ma in regime di semilibertà) hanno scoperto e fermato le attività illecite condotte da dietro le sbarre da Mario Illuminato, detenuto a Bologna, dove sta scontando l’ergastolo per l’omicidio del rivale Raffaele Guarino (ucciso nel 2010 a Medesano, paese della collina parmense).

Secondo le indagini Illuminato, dalla sua cella, grazie a un telefono cellulare in suo possesso coordinava spedizioni punitive, estorsioni, il pestaggio di chi non aderiva alle richieste di pagamento del "pizzo" e incendi dolosi ai danni di attività commerciali, abitazioni o autovetture di proprietà di chi si sottraeva alle imposizioni malavitose.

Le indagini hanno preso il via lo scorso aprile dopo la denuncia di un incendio doloso che ha danneggiato un’abitazione di Medesano, in provincia di Parma. L’ordine di appiccare il fuoco, secondo quanto hanno scoperto i militari, era partito direttamente da un’utenza telefonica risultata in uso proprio nel carcere bolognese della Dozza.

Oltre a Illuminato e al compagno di cella, nell’inchiesta risultano indagate anche altre quattro persone: una donna residente a Parma e tre uomini originari di Napoli, che secondo gli inquirenti sarebbero gli esecutori materiali degli ordini impartiti dal boss dal carcere. Per questo motivo, inoltre, Illuminato è stato immediatamente trasferito in un’altra struttura penitenziaria.