All’Emilia-Romagna oltre 7 milioni di euro per combattere il gioco d’azzardo patologico

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Il gioco d’azzardo è una patologia, e l’Emilia-Romagna è da tempo in prima linea per combattere questo fenomeno: da oggi, però, la Regione può contare anche su 7,4 milioni di euro di nuove risorse, quelle assegnatele dal decreto (sul quale la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso parere positivo) di ripartizione del Fondo per il gioco d’azzardo patologico per gli anni 2018-2019, che ammonta complessivamente a 100 milioni.

Per l’Emilia-Romagna la quota di accesso al fondo è stata fissata al 7,43% e si è tradotta in oltre 3,7 milioni per ciascuna delle due annualità di riferimento.

Nel 2017 sono state 1.521 le persone con problemi di dipendenza da gioco d’azzardo patologico prese in carico dai servizi competenti delle aziende sanitarie emiliano-romagnole. Per quanto riguarda la prevenzione e le attività di contrasto all’indebitamento, invece, tutti e 38 i distretti sanitari – nell’ambito dei piani di zona appena approvati – hanno messo nero su bianco i progetti da realizzare all’interno del Piano d’azione regionale contro la ludopatia.

“È un passaggio importante – ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – che ha visto le Regioni protagoniste nel trovare tutti gli strumenti operativi per contrastare l’abuso del gioco d’azzardo. Ora con questo riparto di 100 milioni sarà possibile garantire meglio quelle prestazioni di prevenzione e riabilitazione indispensabili per curare i soggetti coinvolti patologicamente dal triste fenomeno del gioco d’azzardo, che colpisce in particolare gli strati sociali e le persone più deboli”.

Sulla stessa linea l’assessore regionale alle politiche per la salute Sergio Venturi: “Con queste risorse sarà possibile proseguire nel percorso di qualificazione dell’assistenza alle persone con problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo patologico e, al tempo stesso, portare avanti tutta l’attività di prevenzione, rivolta all’intera popolazione regionale e fatta assieme ai Comuni all’interno dei Piani di zona. Proseguiamo così su una strada già tracciata: come Regione siamo impegnati da anni su questo fenomeno che ha forti connotazioni sanitarie e sociali e che interessa indistintamente giovani e anziani. Proprio perché si parla di dipendenza, non abbasseremo la guardia”.