A Ferrara si sblocca il recupero della maxi-tela di Avanzi, chiusa da 50 anni nei laboratori di restauro

Apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone Giuseppe Avanzi

Grazie a una partnership tra il Comune di Ferrara, la Regione Emilia-Romagna e il Ministero della cultura potrà riprendere vita l’opera dell’artista Giuseppe Avanzi (1645-1718) dal titolo “L’apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone” (olio su tela, 1695 circa), in attesa di essere recuperata e ricollocata in Certosa dai tempi dei bombardamenti anglo-americani su Ferrara del 28 gennaio 1944.

La maxi-tela, che misura 9 metri e 30 centimetri per 4 metri e 25 di altezza, per un totale di oltre 36 metri quadrati, è rimasta bloccata nei laboratori di restauro per 50 anni. L’amministrazione comunale di Ferrara, con una delibera di giunta, ha approvato lo schema di convenzione con la Regione, che si è impegnata a stanziare 60.000 euro; il Comune emiliano, invece, sosterrà i costi aggiuntivi (ovvero i 37.500 euro mancanti per completare il progetto redatto in conformità alle prescrizioni della Soprintendenza e dal costo stimato di circa 97.500 euro) per portare a termine il restauro e realizzare “interventi di studio, documentazione delle attività, comunicazione e valorizzazione dell’opera”.

Con questa intesa, inoltre, si apre una nuova prospettiva anche per l’altra opera di Avanzi recuperata dalla Certosa (dove era collocata a destra del presbiterio), “L’apparizione di San Brunone a Ruggero Conte di Sicilia prima della battaglia”: anch’essa di dimensioni imponenti (9 metri per 4), e anch’essa passata attraverso analoghe vicissitudini negli ultimi decenni, oggi è conservata – ancora arrotolata – nei laboratori di restauro Ottorino Nonfarmale a San Lazzaro di Savena, nel territorio della città metropolitana di Bologna. Le nuove opportunità potranno nascere grazie alle ulteriori risorse previste nel programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 del Ministero della cultura.

“È un’intesa storica e ringrazio Regione e Ministero per aver fatto squadra con noi per il raggiungimento di un obiettivo atteso da decenni”, ha commentato l’assessore alla cultura del Comune di Ferrara Marco Gulinelli, secondo cui “il completamento di questo lavoro consentirà di restituire a Ferrara una parte importante del suo patrimonio, conservato nello scrigno della Certosa, uno dei più interessanti esempi di architettura rinascimentale, con un apparato certosino tra i meglio conservati in Italia”.

“Questo straordinario e imponente dipinto era qui dagli anni Settanta, ci fu inviato dalla Soprintendenza per cercare di avviare il recupero e metterlo in una condizione conservativa migliore, dopo la raccolta nei depositi”, ha ricordato invece Giovanni Giannelli, titolare dei laboratori di restauro Ottorino Nonfarmale: “Da quella data con la Fondazione Cassa di risparmio di Ferrara e i musei civici è iniziato, nell’ambito di una grande campagna di restauro degli arredi della chiesa certosina, un percorso per riportarne pienamente alla luce la bellezza e ripristinarne le condizioni. Il progetto fu anche presentato alla Fiera del restauro di Ferrara. Purtroppo le vicissitudini legate alla banca hanno imposto uno stand-by. Attualmente quindi la tela è solo parzialmente restaurata. Apprendo quindi con grande soddisfazione di questo accordo che, sono fiducioso, potrà portare anche al restauro dell’altro capolavoro conservato nei nostri laboratori”.