Muzzarelli: ora i responsabili dei raid

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Intervento del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli sui vandalismi in città in occasione delle manifestazioni del 25 aprile. “Al Ministro Salvini va senz’altro la mia solidarietà umana per le offese e le minacce degli anarco-insurrezionalisti, ma sul piano politico non posso tacere il mio disappunto e la contrarietà per la gestione dell’ordine pubblico in città. Venga pure a Modena, l’on Salvini, ma, prima di girare l’Italia per fare campagna elettorale, sarebbe meglio che svolgesse il suo dovere di Ministro dell’Interno e responsabile dell’ordine pubblico, dando alle Questure gli uomini e le direttive giuste per evitare quanto è accaduto ieri a Modena.

La città, che ha celebrato il 25 Aprile con una grande partecipazione alle manifestazioni istituzionali e agli spettacoli, è stata poi quasi ostaggio di facinorosi violenti, che hanno danneggiato e imbrattato beni pubblici e privati, senza un’adeguata reazione delle forze dell’ordine.

Le dichiarazioni della Questura, non so quanto rispondenti a direttive dall’alto, secondo le quali non sarebbe accaduto nulla di grave, sono sconcertanti e inaccettabili. Anche la tesi che i cortei di questo genere non si possono spostare o vietare, dopo i tanti esempi di turbativa dell’ordine pubblico, non regge più. E’ ora di girare pagina.

Questi imbecilli e delinquenti non hanno nessuna vera idea da manifestare: solo la violenza che, anche se si tingono di rosso, li accomuna ai fascisti di sempre. E sono venuti a Modena da tutt’Italia solo per rovinare la festa del 25 Aprile di una città medaglia d’oro per la Resistenza. Chi sparla, sui social e sulla stampa, di vicinanza di questa gentaglia alla sinistra è soltanto un provocatore con la testa alle prossime elezioni. A chi continua a pensare che sia il sindaco a comandare polizia e carabinieri, ricordo ancora una volta che le forze dell’ordine dipendono dal Governo e che il Ministro dell’Interno si chiama Matteo Salvini.

L’offesa al monumento di un carabiniere partigiano e agli altri carabinieri caduti, al monumento alle Foibe, le minacce offensive al Ministro Salvini e l’imbrattatura di una sede del PD sono la prova evidente non solo della confusione ideologica e del vuoto ideale di questi mestatori, ma la conferma che il loro vero scopo è alimentare paura e insicurezza. Ripareremo rapidamente i danni e puliremo la città. Abbiamo già cominciato ieri sera, anche di persona, cancellando per prime le scritte contro Salvini. A nome di tutti i cittadini di Modena presenteremo la denuncia per i danni al patrimonio pubblico e privato. Il conto lo presenteremo ai responsabili, che chiediamo siano rapidamente individuati, processati e condannati, senza indulgenza alcuna”.

La procura apre un’indagine. “In merito al corteo degli anarco-insurrezionalisti e di altri gruppi tenutosi ieri in Modena in occasione delle manifestazioni per la Festa della Liberazione, la Procura aprirà un fascicolo all’esito del deposito di comunicazione di reato da parte della Digos, contro ignoti, in ordine al reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui, nonché al reato previsto dall’articolo 18 del Tulps, in quanto il corteo, autorizzato e svoltosi nel rispetto del percorso impartito dalla Questura di Modena, ha visto presenti i partecipanti con il volto coperto, oltre all’utilizzo di fumogeni non autorizzati”. Lo dice in una dichiarazione all’Ansa il procuratore di Modena Lucia Musti, in riferimento alla manifestazioni di ieri.

“E’ il caso di evidenziare – prosegue – che non si sono verificati più gravi episodi di danneggiamento ovvero di resistenza nei confronti delle forze dell’ordine alle quali va il mio plauso per le modalità con cui è stato gestito l’ordine pubblico”.

Vandalismi, oltre 100 scritte ingiuriose. Danneggiate 12 telecamere. Sono 12 le telecamere della videosorveglianza cittadina che sono state danneggiate durante le manifestazioni di protesta che si sono svolte nel pomeriggio del 25 aprile a Modena con l’evidente scopo di impedire le riprese del corteo da parte delle forze dell’ordine. Dai rilievi effettuati dalla Polizia municipale, inoltre, sono oltre un centinaio le scritte ingiuriose e gli imbrattamenti di edifici pubblici e privati sulle strade del percorso della manifestazione.
Nelle strade indicate dalla Questura non erano presenti auto in sosta: grazie ai divieti collocati nei giorni precedenti sono state necessarie solo due rimozioni di veicoli da parte della Polizia municipale, presente sul percorso con una trentina di operatori con compiti di viabilità e controllo della circolazione delle aree interessate dal corteo.

Tecnici comunali e volontari sono al lavoro dalla serata di giovedì per pulire e sistemare le aree deturpate. I lavori proseguiranno anche nei prossimi giorni.


Non tutte le telecamere, imbrattate dai manifestanti con vernice rossa abrasiva, hanno recuperato la piena funzionalità. In alcuni casi sarà necessario smontarle per poterle pulire in maniera adeguata, sostituendo anche alcune calotte dei dispositivi. Solo per questi interventi sull’apparato di videosorveglianza si prevedono costi intorno ai 10 mila euro.
Per le pulizie degli edifici da scritte e imbrattamenti, invece, i costi sono di difficile valutazione. Per i materiali si stimano alcune migliaia di euro, mentre il lavoro dei tecnici comunali e dei volontari non viene quantificato. In alcuni casi, inoltre, in edifici storici e monumenti, si dovrà valutare se, oltre alla semplice pulizia, è necessario un intervento di restauro da parte di tecnici specializzati.

Il corteo e gli imbrattamenti. Vetrine di negozi imbrattate, vernice sui muri di una scuola e su vari monumenti, telecamere oscurate. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, usa la parola “devastazione” per descrivere quanto avvenuto nel centro di Modena durante il corteo di manifestanti che si sono radunati per protestare contro l’apertura del Cpr, il Centro di permanenza per i rimpatri.

Un ‘serpentone’ composto da circa 300 persone – tra cui gruppi anarchici provenienti da diverse parti d’Italia come Bologna, Roma, Torino, Salerno, Firenze e Trento – ha sfilato per le vie del centro storico. I manifestanti, con rulli e vernice spray, hanno imbrattato le vetrine dei negozi che si affacciano su via Emilia Centro, i muri della scuola media ‘Pasquale Paoli’ e un monumento ai Carabinieri caduti lungo Porta Bologna. Molti erano black bloc vestiti completamente di nero, con i volti coperti e armati di mazze. Durante il loro cammino, hanno anche rotto e oscurato alcune telecamere di sicurezza.

“Pazzesco. Il centro di Modena è stato oggi devastato dai centri sociali, a volto coperto e armati di bastoni”, ha scritto Salvini su twitter allegando al post alcune foto, con delle scritte contro di lui.

Fassino: a Modena violenze inaccettabili. “Soltanto una gravissima e ingiustificabile sottovalutazione da parte di chi dovrebbe tutelare l’ordine pubblico spiega perché ieri a Modena si sia concesso a gruppi anarchici e antagonisti di vandalizzare il centro della città. Lo spiega, ma non lo giustifica in alcun modo. Tanto più che era stato esplicitamente chiesto dalle autorità cittadine e dalle associazioni antifasciste di vietare il corteo degli antagonisti. Il ministro Salvini anziché fare proclami sulla sicurezza, dovrebbe impartire a prefetti e questori istruzioni precise e cogenti perché la vita dei cittadini non sia offesa e aggredita da chi fa della violenza e dell’attacco alla vita democratica la sua unica ragione di esistere. Una ferita che ha offeso il 25 aprile e la tradizione civile e democratica di Modena. Chi aveva la responsabilità di tutelare la sicurezza ha il dovere di rendere conto ai modenesi”.

Vandalismi. Pd: triste giornata per Modena, chi ha sbagliato paghi! Davide Fava – In 74 anni nulla del genere era mai accaduto nel giorno del ricordo della Liberazione del Paese dall’oppressione nazi-fascista. Era chiaro che i manifestanti volevano turbare un’occasione di festa collettiva: il Comune si era espresso negativamente e aveva chiesto al Ministero dell’Interno (e quindi agli uffici locali Questura e Prefettura) di non autorizzare il corteo. Si è invece lasciato fare: i manifestanti preparati a far danni, non osteggiati da chi invece era deputato a farlo. Con manifestazione ancora in corso, si è aggiunto il tweet del ministro dell’Interno. Se qualcuno avesse voluto, a fini elettorali, fare passare la festa della Liberazione come momento di divisione e scontri invece che una festa di tutti, con i fatti di ieri c’è riuscito. Il ministro dell’Interno ha il dovere di tutelare la sicurezza dei cittadini, di garantire che le manifestazioni del 25 aprile si svolgano in tranquillità, non quelle di gruppi che scendono in piazza per causare più danni possibili. I modenesi non possono tollerare un attacco alla Festa della Liberazione, base della nostra democrazia, e a coloro che stanno lavorando, come è capitato a tutti gli esercenti di attività commerciali che hanno dovuto chiudere o rimanere in ostaggio di un gruppo lasciato libero di fare.

Andrea Bortolamasi – Era ampiamente prevedibile quello che è successo. Siamo stati l’unico partito, a esprimere il nostro totale dissenso sul percorso e le modalità della manifestazione annunciata. Siamo stati totalmente inascoltati. Risultato una Festa con una partecipazione come non si vedeva da tempo è stata rovinata da un gruppo di imbecilli. E questo in una giornata di Festa, di grande afflusso turistico, con le persone che erano al lavoro a cui è stato impedito di farlo per una gestione scellerata dell’ordine pubblico. A loro va la mia piena solidarietà, come va il mio ringraziamento ai tanti volontari e dipendenti comunali che in queste ore hanno già ripristinato il decoro urbano cancellando le scritte e gli atti vandalici. La Questura ha detto che è andato tutto bene, Salvini che il centro è stato devastato: si mettano d’accordo. Il centro è stato sì vandalizzato, non certo devastato (le parole sono importanti) ma le immagini che abbiamo visto ieri non appartengono alla storia di Modena. Mi auguro che chi ha avuto responsabilità precise ne risponda: la gestione dell’ordine pubblico spetta al Ministero dell’Interno e ai suoi organi locali, non ad altri”.

Giuditta Pini – Abbiamo depositato stamattina una interrogazione al ministro dell’Interno Salvini, ministro fantasma che fa molto rumore, ma pochi fatti. A lui facciamo queste domande. Quali erano le disposizioni del Ministero? Tutti sapevano le intenzioni dei manifestanti. Se corrisponde al vero che alcune sedi politiche (leggasi Lega) sono state attentamente presidiate ed altre no (Circolo Pd di viale Gramsci vandalizzato)? Se il Ministero abbia messo in atto azioni per prevenire i danni poi effettivamente accaduti? Il Ministero sapeva tutto di quello che sarebbe successo: percorso, danni potenziali e le persone che avrebbero partecipato. Con quale criterio si è deciso di consentire quel percorso e lasciare che la manifestazione venisse gestita in quel modo? Speriamo che risponda: queste domande gliele rivolgeremo in ogni forma e in ogni sede”.

Confesercenti: danno per la città. “Uno scempio, da condannare fermamente senza se e senza ma – afferma Mauro Salvatori, presidente di Confesercenti Area città di Modena – Non ci sono infatti parole per descrivere gli atti di vandalismo puro, compiuti da null’altro che teppisti, a danno del centro storico di Modena, delle attività imprenditoriali, oltre che delle strade limitrofe, avvenuti in quella che doveva essere una giornata di festa. Queste forme di vile violenza, altro non fanno che portare acqua al mulino dei detrattori del 25 aprile. Una festa, lo ricordiamo che deve restare degli italiani amanti della libertà e della democrazia riconquistata grazie al sacrificio di migliaia di giovani caduti per liberare l’Italia dal giogo nazifascista.”

“Chi, con gesti inconsulti e violenti ha creato la paura tra i cittadini, ha infangato solamente una manifestazione che voleva essere pacifica, unitaria e democratica. Noi siamo contro i violenti di qualsiasi bandiera e colore. Un unico colore nel caso specifico di ieri, purtroppo: in quanto facce di una medaglia che vicendevolmente si alimentano, contribuendo a dividere la gente. L’auspicio è che quanti si sono macchiati di tali fatti, siano assicurati al più presto alla giustizia. Nessuno vuol vietare le manifestazioni, purché democratiche corrette e civili. Pertanto chiediamo al Prefetto che, negli anni a venire, questo genere di manifestanti siano fatti sfilare lungo strade deserte e periferiche”, conclude Salvatori.

25 Aprile, Anpi Modena condanna gli atti vandalici nel centro storico. “La grande, gioiosa e appassionata partecipazione alle manifestazioni e alle iniziative del 25 aprile è da valorizzare. È la festa della liberazione dal nazifascismo e appartiene a tutti gli italiani, nessuno può appropriarsene, da una parte, e dall’altra nessuno si deve permettere di stravolgerla. Chi ha contribuito con atti violenti e vandalici, non ha nulla a che vedere con l’antifascismo. Anzi, questo genere di comportamenti rischia di dare un alibi e degli argomenti a chi vuole uno stato forte che limiti le forme di libera espressione.” Questa la dichiarazione di Lucio Ferrari, presidente di ANPI Modena, a seguito della deturpazione di vetrine e monumenti del centro storico da parte di alcuni manifestanti nella totale inerzia delle forze dell’ordine. In questo scenario è difficile comprendere come mai le forze dell’ordine abbiano dato spazio a questo tipo di organizzazioni per manifestare nel centro storico, come mai non siano stati effettuati controlli preventivi e perché le autorità competenti non siano intervenute più efficacemente per garantire l’ordine pubblico. Aggiunge inoltre che, “il fatto che alcune forze politiche nel corso di manifestazioni pubbliche abbiano proposto la riconciliazione tra democrazia e fascismo è inaccettabile soprattutto da chi ha pubbliche responsabilità. La Costituzione è antifascista e vieta la ricostituzione del partito fascista, sotto ogni forma. Noi continueremo, come Anpi, a portare avanti battaglie e iniziative utilizzando gli strumenti della democrazia e del rispetto di tutti”.

25 Aprile: Lucaselli (Fdi), certezza della pena con devastatori di Modena. “Ci auguriamo che verso i responsabili dei molteplici atti vandalici avvenuti ieri a Modena sia fatta valere la certezza della pena. E’ inaccettabile, infatti, che un’intera città sia stata tenuta in ostaggio da parte di un universo antagonista cui troppe volte, in molte occasioni, è stata fornita la percezione di impunità. Se c’è un deficit di democrazia in questo Paese esso risiede proprio nel sistematico ricorso alla violenza dei militanti dei centri sociali”. Lo dichiara in una nota la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.

La condanna di Arci Modena. “Manifestare per le proprie idee è un diritto che non ha nulla a che vedere con gli atti di vandalismo che hanno colpito la città il 25 aprile, una giornata che dovrebbe ricordarci i valori della democrazia e della libertà”. Anna Lisa Lamazzi, presidente di Arci Modena, interviene sul corteo autorizzato che ha imbrattato con scritte ingiuriose i muri di case, negozi, istituzioni e luoghi di culto della città giovedì 25 aprile, Festa della Liberazione: “La violenza del corteo, con atti vandalici e le scritte che inneggiano a fuoco e morte, ci fanno capire quanto i toni dello scontro politico si riflettono sulla società creando conflitti e spaccature. Istituzioni, forze dell’ordine e società civile lavorino insieme per riportare il confronto su un piano civile e democratico, come da sempre siamo abituati a fare a Modena”.