L’inversione di tendenza si era già registrata a ottobre, ma prosegue anche a novembre il calo dei nuovi contratti di lavoro che le imprese della provincia di Reggio intendono attivare. Il calcolo complessivo per il penultimo mese dell’anno arriva a 3.590 unità, con una flessione del 3,5% (130 attivazioni in meno) rispetto allo stesso mese del 2024.
Le aziende reggiane, in compenso, andranno a recuperare qualcosa nei due mesi successivi, tanto che alla fine del trimestre novembre-gennaio i nuovi contratti si dovrebbero attestare a quota 11.340, cioè soltanto 40 in meno (-0,4%) rispetto a quelli dell’analogo trimestre di fine 2024/inizio 2025.
Le analisi dell’Ufficio studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del sistema informativo Excelsior evidenziano, per novembre, un deciso calo delle nuove attivazioni nell’industria (-11,4%): i 1.240 nuovi contratti complessivi sono 160 in meno rispetto a un anno fa. Il totale risente in particolare delle previsioni negative del comparto manifatturiero e delle public utilities, che accusa un calo del 19,5% con soli 950 nuovi contratti. Al contrario, le costruzioni possono vantare 290 nuove attivazioni, con un aumento del 31,8%. Nel trimestre novembre-gennaio sarà sostanzialmente confermata la tendenza negativa del comparto industriale, con 4.070 nuovi contratti totali (-11,3%).
Una flessione, seppur più modesta, è prevista anche nei servizi, che a novembre “peseranno” sul totale delle nuove posizioni lavorative per il 62,7%. In quest’ambito sono all’orizzonte 2.250 nuovi contratti, 70 in meno (-3%) rispetto allo stesso mese del 2024. La previsione è condizionata dagli andamenti discordanti dei vari comparti: se per i servizi alla persona ci si attende un autentico boom (390 attivazioni, +44,4% rispetto alle 270 del novembre dell’anno precedente), per il commercio non sono attese variazioni; si dovrebbero invece registrare cali molto marcati nei servizi alle imprese e nelle attività di alloggio e ristorazione, con rispettivamente -13,6% (700 nuovi contratti, 110 in meno rispetto a un anno prima) e -11% (650 vs 730). Le aziende reggiane dei servizi, tuttavia, contano di riportarsi in territorio positivo alla fine del trimestre novembre-gennaio: +0,3% per un totale di 6.820 nuovi contratti.
Ci si aspettano buone performance, infine, dal settore primario, sia a novembre (100 nuove attivazioni, +11,1%) che nel trimestre (450 nuovi contratti, +12,5%).
Stando alle elaborazioni camerali, le imprese della provincia di Reggio che prevedono di attivare nuovi contratti nel mese di novembre sono il 16% del totale; per il 66% di questi contratti è richiesta esperienza pregressa. Il 24% delle nuove posizioni sarà stabile, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il restante 76% sarà a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
Molto alta e in leggero aumento, anche nel penultimo mese del 2025, la quota di nuovi contratti riservata a lavoratori e lavoratrici giovani, con meno di 30 anni: è il 35,3%. In ambito dirigenziale e con elevata qualificazione trovano spazio soprattutto come tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (il 61,3% dei nuovi contratti è firmato da ragazzi e ragazze under 30), tecnici in campo ingegneristico (40,4%) e tecnici della salute (40%); nel settore impiegatizio, hanno chance soprattutto tra le altre professioni qualificate del commercio (84%), come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (75,6%) e come addetti alle vendite (57,2%); tra gli operai specializzati, come operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (53%), fabbri ferrai costruttori di utensili (51,3%) e operai specializzati nell’installazione e nella manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (47,2%).
Anche a novembre si ripropone, imperterrito, il tema dei cosiddetti “candidati introvabili”: le posizioni lavorative per le quali le imprese lamentano difficoltà di reperimento sono pari al 53,8% del totale. Nel 35,5% dei casi la difficoltà è attribuita alla mancanza di candidature, mentre nel 12,7% dei casi il problema è ricondotto a inadeguatezza/impreparazione dei candidati e delle candidate.








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