La presentazione della XIII edizione del “Rapporto sulla coesione sociale”, curato dalla Camera di commercio dell’Emilia in collaborazione con Ifoa, il Comune e la Provincia di Reggio, con il contributo della Fondazione Manodori, “ci consegna il ritratto di un territorio che vive ormai da qualche anno una fase di luci e ombre, caratterizzata da aspetti problematici e segnali di ottimismo”, sintetizza il segretario cittadino del Pd di Reggio Lanfranco de Franco.
“Emerge un quadro complessivo di disagio sociale e sanitario, in particolare nei più giovani, a cui si accompagna una difficoltà nel ripensare un sistema di servizi di welfare a supporto di una popolazione sempre più anziana. È necessaria una presa di coscienza sul fatto che queste categorie siano le vittime di una crisi collettiva di prospettive che travolge l’intera società e, come sempre accade, si abbatte sui più fragili. Perciò anche la risposta non può che essere collettiva e vedere aggregati in un grande patto di collaborazione tutti gli attori del territorio, nella consapevolezza che il sistema pubblico nelle sue varie articolazioni deve coordinare ed erogare i servizi, ma non ha oggettivamente la forza e neanche la pretesa di agire in solitudine”.
Per de Franco “occorre aprire una fase di condivisione per un’azione comune del sistema reggiano tra pubblico, impresa piccola e grande, professionisti, terzo settore, mondo della conoscenza e della cultura, fino ad arrivare ai singoli cittadini e cittadine. La sfida di mettere il noi prima dell’io non è facile in un mondo che va in direzione contraria e tende all’individualismo e al conflitto permanente, ma a Reggio possiamo, anzi dobbiamo avere l’ambizione di provarci. La collaborazione dev’essere anche nella dimensione territoriale, per cui la città può essere cerniera tra aree interne competitive che portano segnali positivi: in termini di dinamismo imprenditoriale nella Bassa reggiana e di attrattività verso nuovi residenti nella collina e montagna”.
“Nella difficoltà ormai strutturale della famiglia a essere il primo educatore, non possiamo fare l’errore di lasciare alla sola scuola il ruolo di sopperire alle carenze. Loris Malaguzzi diceva che l’ambiente, da intendersi non solo come spazio fisico ma anche luogo delle relazioni sociali, è il terzo educatore e questo implica un coinvolgimento di tutti noi nel farci carico di una restituzione di fiducia alle famiglie e ai giovani, sia nell’oggi sia nel futuro. Questo vuol dire investire in uno spazio urbano di qualità, cosa che anche grazie al Pnrr abbiamo fatto e continueremo a fare con particolare attenzione per la riqualificazione e rivitalizzazione dello spazio pubblico, per la qualità dei percorsi casa-scuola e casa-lavoro e il miglioramento degli edifici scolastici e sociali. Vuol dire anche animare questi luoghi con progettualità pubbliche e private di valore che diano un senso culturale e sociale all’abitare lo spazio comune”.
L’invecchiamento della popolazione, ha osservato ancora il segretario cittadino del Pd, “è un dato comune a tutto l’Occidente, ma questo non può esimerci da una riflessione strategica sul come far fronte a questa tendenza e attrarre più famiglie giovani. Ancora una volta Reggio avrebbe le carte in regola per farlo: abbiamo un mondo produttivo sano con produzioni ad alto valore aggiunto, che continua a segnare dati record a livello nazionale sull’export e richiede costantemente forza lavoro specializzata. Allo stesso tempo eroghiamo servizi di welfare ed educativi di grande qualità che possono spingere le famiglie a insediarsi nel territorio, come confermato da una crescita dei residenti lenta, ma in costante aumento dopo il calo del Covid”.
Il primo punto, per de Franco, “è non arretrare in questi campi, quindi lavorare per dare forza e competitività sullo scenario internazionale alle imprese senza rinunciare agli alti standard e all’universalità dei servizi pubblici. In secondo luogo dobbiamo investire su una maggiore attrattività, e in questo l’università e la cultura possono giocare un ruolo determinante. Il rafforzamento del rapporto città-università è fondamentale per far decidere potenzialmente a migliaia di giovani ogni anno di venire a vivere a Reggio, fornendo posti letto e servizi, mentre la vivacità e la qualità dell’offerta culturale possono essere determinanti per far decidere di ‘restare’ a Reggio e anche aprire nuove opportunità professionali nel mondo sempre più in espansione delle imprese digitali, creative e culturali”.







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