Nomine Acer Reggio, Fratelli d’Italia insiste e porta il caso anche in Regione

Acer Reggio Emilia camper e striscione – ACER

A due giorni dall’infuocato consiglio comunale tematico di lunedì 8 settembre, durante il quale è stata respinta con 11 voti favorevoli (Coalizione civica, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, lista civica Tarquini) e 20 voti contrari (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, lista Marco Massari sindaco, Europa verde-Possibile) una mozione presentata congiuntamente da tutti i gruppi di opposizione in sala del Tricolore per chiedere la sospensione delle nomine del nuovo consiglio di amministrazione dell’Acer di Reggio, il caso finisce in Regione.

Lo fa con un atto ispettivo presentato dal consigliere regionale reggiano di Fratelli d’Italia Alessandro Aragona, che ha voluto interrogare la giunta de Pascale affinché si pronunci su quanto successo a Reggio.

 

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L’antefatto è ormai piuttosto noto. A fine luglio è stato rinnovato il consiglio di amministrazione della sezione reggiana dell’Azienda casa Emilia-Romagna: il nuovo presidente è l’ex consigliere regionale reggiano di centrosinistra Federico Alessandro Amico (eletto una prima volta con la lista Emilia-Romagna Coraggiosa, poi ricandidatosi nelle liste del Pd ma senza essere rieletto), affiancato dall’ex sindaca Pd di Guastalla Camilla Verona (nel ruolo di vicepresidente) e da Federica Zambelli (in qualità di consigliera), attiva nel mondo associativo e sociale reggiano.

Le opposizioni reggiane hanno denunciato in primis il fatto che, in generale, non fosse stata promossa alcuna manifestazione di interesse pubblica o procedura comparativa per individuare le figure più adatte e qualificate nel settore, avanzando poi anche rilievi specifici relativi ai singoli componenti del nuovo consiglio di amministrazione.

Il presidente Amico, in particolare, è stato accusato di essere privo del richiesto requisito di professionalità, per la presunta mancanza di una comprovata esperienza tecnica o gestionale nel settore delle politiche abitative o della governance patrimoniale pubblica.

Per quanto riguarda la vicepresidente Verona, invece, la questione è diversa: il 28 maggio scorso l’ex sindaca di Guastalla era già stata nominata presidente del consiglio di amministrazione della società pubblica Sabar; la doppia nomina (Sabar e Acer), secondo le opposizioni, configurerebbe un caso di inconferibilità ai sensi della legge Severino.

Su Zambelli, infine, pesano soprattutto le accuse relative alla sua partecipazione, in passato, a “occupazioni abitative irregolari” a Reggio, circostanza che per le opposizioni in sala del Tricolore solleverebbe dubbi sul requisito dell’onorabilità richiesto dallo statuto di Acer. Ma non solo: la neo-consigliera, infatti, lavora per la cooperativa Papa Giovanni XXIII, soggetto che è partner in progetti sociali proprio con Acer; una situazione che potrebbe configurare, secondo alcuni, un conflitto di interesse ai sensi dell’art. 9 dello statuto di Acer.



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