Viale città di Cutro, il consigliere regionale della Calabria Alecci (Pd) si appella a Massari: “Cambiare nome offesa per l’intera comunità cutrese”

viale città di Cutro Reggio Emilia cartello – GM

Nei giorni scorsi il sindaco di Reggio Marco Massari ha anticipato la sua intenzione di proporre alla giunta comunale e alla commissione toponomastica del Comune una “soluzione integrativa” rispetto all’attuale denominazione – oggi “viale Città di Cutro” – della bretella stradale di collegamento tra la rotonda di via dei Gonzaga e quella di viale dei Trattati di Roma, nella zona vicino al casello autostradale di Reggio e ai ponti di Calatrava.

Tra le tante reazioni a questa notizia, è arrivata anche quella di Ernesto Francesco Alecci, consigliere regionale del Partito Democratico della Regione Calabria, che ha scritto una lettera-appello al sindaco di Reggio chiedendogli di ritornare sui propri passi e di non cambiare il nome del viale.

La riportiamo integralmente:

“Egregio sindaco Massari, negli ultimi giorni sono state numerose le testate giornalistiche che hanno riportato la notizia relativa alla Sua volontà di modificare o integrare il nome della strada della Sua città attualmente denominata ‘Viale Città di Cutro’. Nei Suoi intenti e dell’ispiratrice della modifica, l’ex Prefetta e cittadina onoraria Antonella De Miro, il cambio di denominazione avrebbe l’obiettivo di rafforzare il messaggio pubblico di contrasto alla criminalità organizzata e l’impegno contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni nel tessuto economico e sociale reggiano. Un obiettivo certamente onorevole e condivisibile, ma che, però, non mi trova altrettanto d’accordo riguardo questa azione amministrativa legata al cambio di denominazione della strada. Tale gesto, infatti, nel tentativo di dare un segnale forte contro le organizzazioni criminali porta necessariamente con sé un’offesa per l’intera comunità cutrese.

Questa comunità non lo merita. Numerosi sono gli avvenimenti in cui i cutresi hanno dato prova del loro enorme cuore, del loro coraggio e della loro capacità di accoglienza. Basti ricordare la tragedia del naufragio sulle coste di Cutro del febbraio del 2023, quando la comunità locale e le organizzazioni di accoglienza hanno fornito supporto ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime, meritando anche l’elogio del Capo dello Stato Sergio Mattarella che nel suo discorso di fine anno ha citato testualmente ‘solidarietà, libertà, giustizia, pace, i valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza (…) questi valori li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro’.

Oppure all’indomani dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2023, quando una delegazione della Protezione civile di Cutro è partita subito alla volta delle zone alluvionate per dare il proprio aiuto e sostegno. Senza considerare l’apporto lavorativo e professionale di tanti abitanti di Cutro e dei paesi limitrofi che hanno contribuito allo sviluppo della città di Reggio Emilia e delle altre città emiliane.

Questi esempi dimostrano chiaramente come Cutro, e la Calabria, siano ben altro rispetto alla malavita organizzata e una tale generalizzazione sia miope e ingiusta. La ‘ndrangheta purtroppo è un male che esiste e che deve essere combattuto quotidianamente con tutti i mezzi a disposizione dello Stato, ma per contrastare l’azione di questi miserabili delinquenti si rischia di umiliare la stragrande maggioranza di cittadini perbene. Portare avanti questa iniziativa amministrativa significherebbe dare un segnale di distanza, di chiusura, di respingimento, oltretutto proveniente direttamente da esimi rappresentanti delle istituzioni.

Spero pertanto, caro Sindaco, che Lei insieme alla Sua Giunta riesca a rivedere la Sua posizione e in questa direzione la invito a venire in Calabria, dove sarò onorato di condurLa personalmente alla scoperta di questa straordinaria terra e del grande cuore dei calabresi”.



C'è 1 Commento

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  1. Bruno Tumiati

    Dopo il processo Aemilia credo che sia necessario cambiare il nome, forse sarebbe stato oppotuno non metterlo neppure tanto erano evidenti a tutti le infiltrazioni della ndrangheta nel campo dell’edilizia reggiana. Solo la nostra amministrazione comunale pareva non rendersene conto.


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