Mercoledì 9 luglio il tribunale di Reggio ha emesso la sentenza di primo grado del processo relativo all’inchiesta “Angeli e Demoni”, nata per far luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della Val d’Enza – quello che è probabilmente più noto come il “caso Bibbiano”: il bilancio è di tre condanne (lievi, la più alta a due anni di reclusione, con pena sospesa) e ben undici assoluzioni per le quattordici persone imputate.
La sostanziale sconfessione dell’impianto accusatorio della Procura, che di fatto non ha retto al giudizio di primo grado, ha generato reazioni in ogni angolo della scena politica reggiana.
Partito Democratico di Reggio: “Si chiude fase lunga e dolorosa, ma restano ferite profonde”
Forza Italia Reggio: “La sentenza sul caso Bibbiano smentisce la propaganda della sinistra”
Tra i primi a esprimersi, l’ex sindaco di Reggio Luca Vecchi: “Ci sono fatti nella storia di una comunità che lasciano il segno in via definitiva, scolpiti nella pietra, perché ci dicono ciò che siamo, ciò che siamo stati e ciò che saremo. La sentenza del processo sugli affidi a Bibbiano impone alcune doverose riflessioni, che vanno oltre il sostanziale crollo di un impianto accusatorio che ne aveva ispirato gli inizi. Abbiamo assistito a una deflagrazione politica e mediatica con pochi precedenti. Abbiamo assistito a un attacco violento e ingiusto alla reputazione e alla storia di una comunità di cittadini, Bibbiano, fatta di donne e di uomini per bene. Abbiamo assistito a un attacco violento al prestigio e alla credibilità di uno storico sistema di welfare emiliano dalla cui qualità dei servizi ha tratto forza il lungo e costante percorso progressivo dei diritti delle persone e in particolare della tutela dei diritti dei minori nella storia repubblicana”.
“Ne hanno pagato ingiustamente il prezzo bambini, famiglie, operatori sociali e più in generale l’intera comunità della cura ogni giorno impegnata a sostegno della fragilità. In troppi hanno pagato un prezzo ingiusto per troppo tempo. È stato giusto avere fiducia nelle istituzioni, lasciare alla magistratura l’autonomia del proprio percorso, al processo il compito di far emergere la verità giudiziale. Si chiama consapevolezza del senso delle istituzioni e del funzionamento di uno Stato di diritto. Ma ora che verità politica e giudiziaria trovano il loro allineamento, è giusto guardare con equilibrio, ma con rigoroso spirito critico, a una vicenda storica che ben difficilmente può essere superata senza riflettere, discutere e valutare responsabilità ed eccessi che nulla hanno a che vedere con un paese civile”.
Secondo il deputato reggiano del Pd Andrea Rossi “con la sentenza di primo grado si chiude una vicenda che ha profondamente segnato il nostro territorio dal luglio del 2019. Dopo anni di attesa, possiamo finalmente affermare che la giustizia ha fatto il suo corso, distinguendo i fatti dalle narrazioni distorte. Chi ha responsabilità di governo e politiche e ha strumentalizzato cercando di lucrare consenso su questa vicenda oggi dovrebbe chiedere scusa. Esprimo personale soddisfazione per l’esito del processo, che ha portato all’assoluzione della quasi totalità degli imputati, con l’eccezione di tre condanne con pena sospesa. La verità giudiziaria conferma ciò che in molti, conoscendo la realtà dei nostri servizi sociali e del tessuto istituzionale, hanno sempre sostenuto: il racconto pubblico è stato spesso alterato, strumentalizzato e usato per fini politici, senza riguardo per la verità e senza successo duraturo”.
“A uscire feriti da questa vicenda non sono solo le persone coinvolte ingiustamente – la cui dignità oggi viene in parte restituita – ma soprattutto i più fragili: i minori. Vittime due volte, prima degli eventi oggetto d’indagine e poi dell’esposizione mediatica e politica che ha trasformato il dolore in polemica. Facendo affidamento nell’operato della magistratura oggi è stato restituito un quadro più giusto e umano dei fatti. Ora è necessario ricostruire la fiducia nella nostra rete dei servizi, rafforzare la tutela dei minori e difendere con ancora più determinazione i principi fondamentali della nostra comunità: verità, giustizia e rispetto”.
Per l’ex parlamentare reggiano Pierluigi Castagnetti “Bibbiano è finita come doveva: tutti assolti! Come è stato possibile che su un tema così delicato la magistratura inquirente (che adesso ricorrerà…) abbia subìto un abbaglio così evidente, colossale e distruttivo? E i politici di destra una strumentalizzazione tanto violenta e disumana?”.
“Parlateci di Bibbiano. Questa volta lo chiediamo noi”, dice Maura Manghi di Italia Viva: “Diteci perché avete distrutto la vita e la reputazione di lavoratori, professionisti, amministratori trasformando un’inchiesta giudiziaria finita in un nulla di fatto in una gogna politica. Avete accusato chi cercava solo di difendere dei minori da adulti non in grado di allevarli di essere mostri distruttori di famiglie. Lo avete fatto per mesi solo per cercare un voto in più. Lo chiediamo a tutti i politici che si sono resi colpevoli di questa caccia alle streghe, Giorgia Meloni in testa seguita a ruota dai leghisti e da quei 5 Stelle che hanno portato alle dimissioni chi difendeva gli accusati. Ma lo chiediamo anche a tutta la stampa che ha dipinto gli accusati come colpevoli, che ha fatto processi nelle moderne piazze mediatiche. Parlateci di Bibbiano. E vergognatevi”.
Per la consigliera regionale reggiana e presidente del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna Maria Laura Arduini “sei anni e dodici giorni di processo si sono conclusi con una sentenza di primo grado che smonta il castello di accuse costruito sull’inchiesta ‘Angeli e Demoni’. Bibbiano non era ciò che la propaganda della destra ha raccontato: ora qualcuno abbia il coraggio di chiedere scusa. Finisce una delle speculazioni politiche e mediatiche più violente della nostra storia recente. Una macchina del fango che ha colpito persone innocenti, un intero paese, e soprattutto ha minato la fiducia nel sistema pubblico di tutela dei minori, mettendo a rischio proprio chi avrebbe dovuto essere più protetto: i bambini”.
“’Il partito di Bibbiano’, ‘Parliamo di Bibbiano’, ‘I mostri che rubavano i bambini’… sono solo alcune delle espressioni usate da esponenti della destra come Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quelle parole hanno generato diffidenza, paura, linciaggi mediatici e politici. Ora chiedano scusa. La giustizia ha fatto il suo corso, come è giusto che sia in uno Stato di diritto. Ora tocca alla politica ritrovare responsabilità e decenza, rigettando ogni strumentalizzazione e ricostruendo la fiducia nei servizi pubblici e nella professionalità degli operatori sociali. Il pensiero va infine alla comunità di Bibbiano, ferita ingiustamente: Bibbiano merita rispetto. I cittadini meritano la verità. La politica merita serietà, non slogan sulla pelle dei più fragili”.







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