La guerra in corso nella Striscia di Gaza è diventata un caso politico anche a Parma, dove l’Associazione parmense per Israele, in una lettera aperta firmata dal suo presidente Enrico Tateo, ha accusato il sindaco Michele Guerra di usare “due pesi e due misure” nei confronti delle vittime del conflitto.
“Gentile sindaco, due pesi, due misure. Lacrime pubbliche per i bambini di Gaza, ma rifiuto netto e preciso di illuminare il municipio di arancione per i bambini ebrei Bibas, simboli di un pogrom contro civili inermi. Due pesi, due misure: neppure un lumino, neppure un minuto di silenzio. Evidentemente perché i bambini ebrei nascono con la colpa di essere sionisti, ovvero la colpa di nascere, giocare, ridere in terra di Israele.
Anche ieri la bandiera di Israele era assente dal ponte delle Nazioni, mentre sventolava assieme alle bandiere della pace quella di Palestina: eh sì, perché evidentemente la giunta comunale non può permettersi, in questo clima, di ricordare ai cittadini di Parma che Israele è uno Stato che esiste… anche qui due pesi e due misure.
Le proponiamo i prossimi passi: esposizione di cartelli nei diversi centri commerciali con scritte: qui i sionisti non sono graditi; marcare con simboli le nostre abitazioni per indicare “qui abitano sionisti” o “amici di sionisti”; stelle di David per farci riconoscere quando camminiamo per strada.
Lei e la giunta avete dimenticato una cosa molto importante: oggi essere antisionisti è peggio di essere antisemiti, perché il fine è la negazione del diritto di un popolo ad avere uno Stato (peraltro perfettamente legale), il diritto di vivere nel proprio Stato, e infine il diritto di vivere”.
A stretto giro, però, è arrivata anche la ferma risposta del sindaco Guerra, che ha chiarito alcune contestazioni: “Gentile sig. Tateo, ricevo la sua lettera che più che sorprendermi mi delude oltre ogni misura. Non solo perché la richiesta di illuminare il municipio, cui fa riferimento e su cui già vi è stata data risposta, è stata avanzata da parte vostra in tempi impossibili da rendersi realizzabili, e accusare di questo il Comune è così evidentemente pretestuoso da suonare perfino sospetto, ma anche per i rilievi relativi alla bandiera di Israele sul ponte delle Nazioni, che questa amministrazione continua da mesi a riposizionare nonostante gli atti vandalici e che è stata di recente spostata, in accordo con il comando dei Carabinieri, proprio perché si possano ricavare più agevolmente le immagini di chi compie l’atto della rimozione. Insomma, il suo intervento va a vuoto in un caso e nell’altro.
Ma peggio, molto peggio, riesce a fare quando con infelicissima e grottesca ironia si chiede se saranno esposti cartelli pubblici contro i sionisti, se ne verranno marcate le abitazioni, oppure se verrà loro fatta indossare una stella di David. Non riesco a credere, mentre scrivo, che Lei possa mancare di rispetto e oltraggiare, con tali ironie, le sofferenze e le morti degli ebrei perseguitati dai regimi nazifascisti e offendere, buttandola in questo teatro dell’assurdo, la memoria della Shoah. Un cordiale saluto”.







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