È Alessandro Barattoni, 42 anni, segretario provinciale del Pd, il nuovo sindaco di Ravenna: alla guida di una coalizione in versione “campo larghissimo” (Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Italia Viva, Azione e Partito Repubblicano), ha conquistato il 58% dei consensi al primo turno, venendo dunque eletto senza la necessità di un ballottaggio.
A Ravenna le elezioni amministrative sono state anticipate rispetto alla data “naturale” proprio per la decisione del predecessore di Barattoni, Michele de Pascale, di candidarsi alla presidenza della Regione Emilia-Romagna: il centrosinistra ravennate era riuscito in poche settimane, già lo scorso agosto, a individuare nel segretario del Pd il candidato sindaco, riuscendo poi a far confluire anche tutte le forze politiche alternative a quelle del governo Meloni.
“Siamo già al lavoro per la Ravenna dei prossimi dieci anni: le priorità su cui comincerò a lavorare sono il porto e il confronto con gli altri sindaci della Romagna per l’alta velocità ferroviaria”, ha detto Barattoni quando ha iniziato a delinearsi la sua netta vittoria. Ad aiutarlo sono state anche le divisioni interne al centrodestra: Nicola Grandi, candidato di Fratelli d’Italia e Forza Italia, si è fermato intorno al 25% dei consensi; la Lega, invece, sosteneva il decano dei consiglieri comunali, l’ottantacinquenne Alvaro Ancisi, che si è attestato al 6-7%. Una parte del Carroccio locale, inoltre, ha “deviato” su una terza candidata: Veronica Verlicchi, della lista civica La Pigna, che ha ottenuto il 4-5%.
Male, invece, l’affluenza: anche se per pochi voti, si è recato al seggio meno della metà degli aventi diritto (49,54%).







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