Intervista immaginaria a un dirigente reggiano di Fratelli d’Italia
Buongiorno dirigente, come vanno le cose?
Bisognerebbe sentire Giorgia.
Si riferisce a “quella Giorgia”?
Certo.
Ma per sapere delle faccende reggiane…
Meglio prima parlare con Giorgia.
Abbiamo sentito il nome di un vostro candidato civico a sindaco di Reggio.
Su questo non mi sono ancora confrontato con Giorgia.
Ma la sua opinione di dirigente reggiano, qual è?
Quando avrò sentito Giorgia, le dirò la mia opinione.
Che immagino sarà uguale a quella di “quella Giorgia”.
La ascolterò e poi faremo come dice Giorgia.
Se le chiedo la tabellina del 9 cosa fa? Deve prima sentire “quella Giorgia”?
No, la tabellina del 9 riesco a sbagliarla da solo.
Ma con tutti gli impegni che ha “quella Giorgia”, come fa a occuparsi anche di Reggio?
Giorgia è molto disponibile e trova il tempo per spiegare come si fanno le cose secondo Lei.
Scusi se glielo dico, ma non mi sembrate molto autonomi nelle scelte locali.
Il suo è un abbaglio: siamo liberi di applicare le decisioni Giorgia.
Somiglia un po’ a “Credere, obbedire, combattere”.
Non mi provochi con queste vecchie e superate parole d’ordine del Ventennio.
Noi viviamo nel presente. Non ci casco.
Non intendevo…
Noi siamo figli di un’altra storia: “Giorgia traccia il solco e i reggiani lo difendono!”.
C’è cascato.
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