13,2 miliardi per le imprese emiliane

imprese_a

Si è svolta a Bologna la tappa regionale del roadshow di presentazione del nuovo Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese. Emanuele Orsini, Vice Presidente per Credito, Finanza e Fisco di Confindustria, e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno presentato l’Accordo basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione 13,2 miliardi di euro per le imprese emiliano-romagnole, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.

Ad aprire i lavori, tenutisi presso l’Auditorium Marco Biagi, i saluti del Presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi, della Presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi, e della Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Alessandra Florio.

Nel corso dell’incontro sono intervenute Anna Roscio, Responsabile Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, che ha approfondito gli assi strategici dell’accordo e Stefania Trenti, Responsabile Industry Research Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, che ha illustrato il contesto economico nel quale si trovano ad operare le imprese regionali.

L’Accordo presentato oggi alle imprese regionali – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

“Nell’attuale scenario geopolitico ed economico le nostre imprese sono pressate da sfide senza precedenti che mettono a rischio crescita e benessere dell’intera società. In questa fase di emergenza è indispensabile continuare far arrivare loro la liquidità necessaria per affrontare le tensioni legate alla guerra e allo shock energetico – ha detto Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco –. Ma bisogna anche guardare al futuro, puntando a consentire alle imprese di continuare a investire per esprimere pienamente le loro potenzialità e cogliere le opportunità offerte dai grandi processi di trasformazione in atto. La ripresa è a portata di mano a patto di sfruttare l’occasione di investimento e riforma offerta dal PNRR e di promuovere investimenti in innovazione e ricerca, favorendo lo sviluppo delle filiere, la patrimonializzazione e il riequilibrio della struttura finanziaria delle aziende. Senza dimenticare l’importanza di assicurare il massimo sostegno, finanziario e di servizio, nella doppia transizione digitale e sostenibile”.

“Mettiamo in campo oltre 13 miliardi di euro per i piani di crescita delle imprese emiliano-romagnole, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi di euro, rinnovando l’azione congiunta con Confindustria – ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo –. Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione e il sostegno al sistema produttivo per superare questa fase di rinnovata incertezza e ridare forza alla ripresa che si stava dispiegando dopo la pandemia, per dare vita ad un’economia strutturalmente più robusta incentivando gli investimenti in transizione ambientale e digitale e valorizzando i rapporti di filiera. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI”.

“È importante per le imprese, in uno scenario nazionale e internazionale così fortemente complesso, trovare nel sistema bancario un interlocutore costante e trasparente. Le nostre aziende sono consapevoli di quanto sia necessario investire in innovazione e transizione digitale, perché la sfida di oggi e del prossimo futuro sarà rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese, potenziare le filiere e la sostenibilità del nostro tessuto produttivo. In questo, il plafond messo a disposizione delle imprese emiliane consentirà di attivare investimenti privati, generando un effetto moltiplicatore delle risorse disponibili per gli investimenti pubblici. È una vera e propria chiave di volta per guardare al futuro, anche alla luce delle linee guida individuate dal Pnrr”, dichiara il Presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.

“Al di là della situazione attuale, complessa e molto incerta – aggiunge la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi – le direttrici di sviluppo dell’accordo sono orientate alle priorità delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna: innovazione, digitalizzazione, sviluppo delle filiere, sostenibilità e transizione energetica, capitale umano e competenze manageriali. Sono le priorità su cui le imprese da anni stanno investendo con continuità e determinazione. L’accordo tra Intesa e Confindustria va proprio in questa direzione. A noi tutti il compito di dare concretezza anche nel nostro territorio per continuare a supportare e accompagnare le imprese nelle proprie strategie di crescita e sviluppo”.

“Le imprese emiliano-romagnole hanno confermato anche durante la pandemia la loro elevata capacità di reazione caratterizzata dalla grande predisposizione all’innovazione e alla vocazione all’export. Questo accordo, anche rispetto alle difficoltà sopraggiunte con il conflitto russo-ucraino, mira a rafforzare la competitività del sistema economico e produttivo del territorio supportando le aziende nel percorso di sviluppo, dotandole di strumenti e soluzioni utili in termini di sostenibilità ambientale e sociale, come per la valorizzazione del capitale umano e delle filiere – ha sottolineato Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -. Le filiere sono state un elemento peculiare di resilienza durante la crisi pandemica e oggi possono confermarsi tali, nonché un propulsore per la ripartenza, anche alla luce del riposizionamento delle catene di fornitura. In Emilia-Romagna, attraverso il nostro Programma Sviluppo Filiere, abbiamo già favorito oltre 100 accordi di filiera per un giro d’affari complessivo di 14 miliardi di euro”.

L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.

IL SISTEMA PRODUTTIVO DELL’EMILIA-ROMAGNA: GLI ASSET STRATEGICI
A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

L’Emilia-Romagna è caratterizzata da una forte vocazione industriale: sviluppa un terzo circa del valore aggiunto regionale; al contempo la regione mostra la propensione all’export più alta d’Italia: le esportazioni rappresentano, infatti, il 46% del valore aggiunto, una percentuale superiore a quella osservata in Veneto (43,9%) e Lombardia (34,6%).

La regione spicca per propensione a investire in ricerca e sviluppo e a brevettare: primeggia infatti sia per numero di addetti alla R&S (10,1 ogni mille abitanti vs i 6 dell’Italia), sia per numero di brevetti (156,8 ogni milione di abitanti, più del doppio della media italiana; Lombardia e Veneto si fermano rispettivamente a 133,1 e 115,3).

L’Emilia-Romagna mostra una specializzazione diffusa nella filiera metalmeccanica, con la presenza di molti distretti industriali. E’ presente una buona specializzazione anche nel sistema moda, nell’agro-alimentare, nei prodotti e materiali da costruzione (soprattutto piastrelle), nella chimica e nell’elettrotecnica.

La competitività regionale si manifesta soprattutto sui mercati esteri: nel 2021 l’export della regione ha toccato quota 72,4 miliardi di euro (+8,7% vs il 2019), mostrando un aumento del 52% rispetto al 2008. Dei 19 distretti monitorati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in questa regione, 13 hanno superato i livelli di export pre-pandemici. Tra quelli con migliori risultati le Piastrelle di Sassuolo (in crescita del +13,5% sul 2019), l’Alimentare di Parma (+28,1%), i Mobili imbottiti di Forlì (+64,2%) e i Ciclomotori di Bologna (+27,7%).

Il conflitto in Ucraina è arrivato in un momento di ripresa per l’economia emiliano-romagnola. Nel complesso, l’Emilia-Romagna, pur essendo la seconda regione per export verso Russia e Ucraina (1,9 miliardi di euro nel 2021), presenta un’incidenza contenuta di questi mercati sul totale esportato (2,7%). In alcuni distretti però si evidenzia un’esposizione più rilevante: è il caso dell’Abbigliamento di Rimini (14,9%), delle Calzature di San Mauro Pascoli (13,2%), delle Macchine per l’imballaggio di Bologna (4,2%) e della Maglieria e abbigliamento di Carpi (3,7%).

Il maggiore canale di trasmissione della guerra è rappresentato dai rincari dei prezzi delle materie prime. Il balzo dei prezzi di petrolio e, soprattutto, del gas naturale, penalizzerà in modo significativo il reddito disponibile dei consumatori e i margini delle imprese con effetti sia sui consumi che sugli investimenti.

Il conflitto in Ucraina rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che come l’Emilia-Romagna sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale.

I prossimi anni saranno dunque decisivi per l’economia italiana e anche per quella dell’Emilia-Romagna. Il PNRR potrà favorire un intenso processo di riforme per poter rilanciare investimenti in digitale, transizione green, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare a giovani, donne e precari.