La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino Anna Mascolo, accogliendo la richiesta proveniente dallo stesso pubblico ministero, ha disposto l’archiviazione per l’ex presidente del circolo Arci Tunnel di Reggio Marco Vicini (che era indagato per istigazione al terrorismo) e per i quattro componenti del gruppo musicale P38-La Gang, accusati di istigazione al terrorismo, diffamazione e vilipendio delle istituzioni.
Sono passati tre anni e mezzo dal primo maggio del 2022, quando il circolo Arci reggiano – nell’ambito della Festa dell’Unità Comunista – ospitò una data del tour italiano di P38: il gruppo musicale rap/trap si presentò sul palco con il volto coperto da passamontagna, con alle spalle una bandiera delle Brigate Rosse (assieme a quelle della Corea del Nord e dell’Unione Sovietica) e cantando brani che rimandano ai cosiddetti “anni di piombo”, con testi pieni di espliciti riferimenti – in positivo – al gruppo terroristico italiano e all’assassinio dello statista Aldo Moro.
Ma, come si legge nella sentenza del tribunale piemontese, le condotte contestate agli indagati “costituirebbero soltanto un’operazione artistico-musicale provocatoria che affonda le sue radici nel genere rap/trap e che costituisce la sua voluta novità nel proporre come modello antisociale il terrorista degli anni Settanta”.
Secondo la gip, dunque, non ci fu nessuna reale istigazione al terrorismo, ma solo una provocazione (sicuramente di cattivo gusto) da ricondurre però alla libertà di espressione artistica: “La rilevata non sussistenza dell’ipotesi di reato si coniuga con l’inidoneità degli elementi di formulare una favorevole prognosi di condanna”. Da qui il via libera all’archiviazione per tutte le persone coinvolte, e in particolare per Marco Vicini: il filone di indagine reggiano era stato infatti “inglobato” da quello di Torino, la cui Procura stava già indagando su precedenti esibizioni del gruppo P38.
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